Silenzio ed essenzialità: questi gli elementi principali dell’azione liturgia del Venerdì Santo.
Presieduta dal vescovo Domenico Pompili nella cattedrale di Verona alle 15, ora della morte di Gesù ha accompagnato i fedeli alla più pura contemplazione.
Nella riflessione il Vescovo ha affermato: «Dietro la banalità del male interpretato da Pilato e dagli uomini religiosi si nasconde l’eterno dilemma tra verità e potere. La domanda che Pilato pone a Gesù in modo distratto: “Che cosa è la verità?” svela la tendenza di sempre a preferire il potere fine a sé stesso alla ricerca della verità. Non vale questo solo per i grandi, ma anche per i piccoli come noi, tentati di vivere rinunciando alla verità pur di accaparrarsi qualche piccola fetta di potere che si traduce normalmente in denaro e posizioni di rendita».
Quindi, ha aggiunto: «Siamo diventati tutti indifferenti alla verità perché non ci interessa come stiano le cose, ma soltanto cosa ce ne viene. Questa riduzione ci fa perdere prospettiva e ci fa chiudere gli occhi rispetto alla realtà che non smette di conoscere altre stazioni della via crucis dell’umanità».
Per la venerazione e il bacio liturgico è stata usata una croce particolare che così il Vescovo ha presentato: «Si tratta dei resti di quella piccola imbarcazione, un caicco, che a Cutro fece naufragio nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023. Dei circa 181 migranti l’onda d’urto delle acque spazzò via 94 vittime. Tra cui donne e bambini. Anche noi siamo coinvolti in questa colpa che sembra così assurda ai nostri occhi. Noi pure sorvoliamo sulla vera pretesa di Dio – che si manifesta in Gesù – per cui siamo tutti figli e, dunque, fratelli. E finiamo per offuscare questa elementare verità in nome delle nostre idee, delle nostre convenienze e delle nostre abitudini».
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