Scegliere la vita consacrata

Fin dai primi tempi della Chiesa vi furono uomini e donne che per mezzo della pratica dei consigli evangelici vollero seguire Cristo con maggiore libertà ed imitarlo più da vicino, e condussero, ciascuno a loro modo, una vita consacrata a Dio. Molti di essi, sotto l’impulso dello Spirito Santo, vissero una vita solitaria o fondarono famiglie religiose che la Chiesa con la sua autorità volentieri accolse ed approvò. Cosicché per disegno divino si sviluppò una meravigliosa varietà di comunità religiose, che molto ha contribuito a far sì che la Chiesa non solo sia atta ad ogni opera buona e preparata al suo ministero per l’edificazione del corpo di Cristo (cfr. Ef 4,12), ma attraverso la varietà dei doni dei suoi figli appaia altresì come una sposa adornata per il suo sposo (cfr. Ap 21,2), e per mezzo di essa si manifesti la multiforme sapienza di Dio (cfr. Ef 3, 10).
Perfectae Caritatis 1

Infatti pur essendo molte le forme di vita religiosa, tutte esprimono con carismi e forme diverse l’unica sequela di Cristo. Così nel corso del tempo l’azione misteriosa ed efficace dello Spirito Santo ha fatto porre l’attenzione di uomini e donne sensibili all’azione interiore della grazia alle diverse esigenze della vita delle persone che vivevano una singolare situazione. Così il desiderio di prendersi cura dei fratelli e delle sorelle ha fatto in modo che ci fossero fondatori e fondatrici di diverse istituzioni religiose che avevano come ideale quello di rendere visibile nella concretezza della vita il volto di Cristo, incontrato nel silenzio della preghiera e servito con grande dedizione nelle membra sofferenti del suo corpo mistico.

Così il carisma dello Spirito è diventato fuoco vivo nel cuore di uomini e donne che hanno consacrato totalmente la propria vita a Dio con la professione dei consigli evangelici e hanno scelto di essere nel mondo il segno evidente dell’amore del Padre che si prende cura di ognuno dei suoi figli. Si potrebbe dire che per ogni categoria di persone lo Spirito ha suscitato carismi, ha infiammato cuori, ha indicato cammini, ha inventato uno stile di vita che lentamente ha contagiato altri a divenire uno strumento della carità di Dio.

Bene definisce Papa Francesco il senso della vita consacrata:

La vita consacrata è questa visione. È vedere quel che conta nella vita. È accogliere il dono del Signore a braccia aperte, come fece Simeone. Ecco che cosa vedono gli occhi dei consacrati: la grazia di Dio riversata nelle loro mani. Il consacrato è colui che ogni giorno si guarda e dice: “Tutto è dono, tutto è grazia”. Cari fratelli e sorelle, non ci siamo meritati la vita religiosa, è un dono di amore che abbiamo ricevuto. La vita consacrata, se resta salda nell’amore del Signore, vede la bellezza. Vede che la povertà non è uno sforzo titanico, ma una libertà superiore, che ci regala Dio e gli altri come le vere ricchezze. Vede che la castità non è una sterilità austera, ma la via per amare senza possedere. Vede che l’obbedienza non è disciplina, ma la vittoria sulla nostra anarchia nello stile di Gesù. Chi tiene lo sguardo su Gesù impara a vivere per servire e si mette in cerca del prossimo. È lì che si inizia a mettere in pratica la carità: nel posto dove vivi, accogliendo i fratelli e le sorelle con le loro povertà, come Simeone accolse Gesù semplice e povero. Oggi, tanti vedono negli altri solo ostacoli e complicazioni. C’è bisogno di sguardi che cerchino il prossimo, che avvicinino chi è distante. I religiosi e le religiose, uomini e donne che vivono per imitare Gesù, sono chiamati a immettere nel mondo il suo stesso sguardo, lo sguardo della compassione, lo sguardo della compassione, lo sguardo che va in cerca dei lontani; che non condanna, ma incoraggia, libera, consola, lo sguardo della compassione.
(Omelia Giornata Vita Consacrata – 2 febbraio 2020)

 

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mons. Callisto Barbolan
Vicario per la Vita Consacrata
telefono 045 8083711
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