L'intervento del Vescovo

L’assemblea dei soci de “Il Samaritano”

Concretezza, indipendenza e carità senza interessi

«Mi ha colpito, appena giunto a Verona, scoprire che il soggetto della Chiesa in favore delle gravi marginalità non si chiami “il buon Samaritano”, ma semplicemente “il Samaritano”». Esordisce in questo modo il vescovo di Verona, mons. Domenico Pompili, nella presentazione dell’assemblea dei soci della coop.

Il Samaritano, opera segno di Caritas diocesana, dedicata alla grave marginalità  (scarica la relazione di attività 2023). Continua il vescovo: «Vero è che il nome più dell’aggettivo fa la sostanza. In questo caso “il Samaritano” fa risaltare le caratteristiche originali dell’agire ecclesiale, chiamato a dar volto a quella figura sorprendente, tratteggiata da Gesù senza aggettivo alcuno (Luca 10,25-37). Le caratteristiche di quel Samaritano di ieri rivivono dentro il vissuto de “Il Samaritano” di oggi. Queste sono essenzialmente tre: la concretezza, l’indipendenza, da qualsiasi ideologia; e, da ultimo, la convinzione che qualsiasi cosa si faccia non si tratta mai di un mezzo, ma sempre e soltanto di un fine».

Le assemblee del Samaritano e dell’altra cooperativa di Caritas, la Roveto Ardente, sono servite per tirare le somme sull’operato delle due opere segno negli ultimi mesi.

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