Venerdì santo

Bacio della morte o bacio della vita?

La via crucis in Arena

Arena di Verona gremita, nonostante i giorni precedenti siano stati condizionati dal mal tempo. In questa spettacolare cornice è stata vissuta la Via crucis che ha visto Giustizia e Pace dialogare, interrogarsi, confrontarsi l’un l’altro e accompagnare la croce che le maestranze dell’Arena andavano costruendo di stazione in stazione.

Si sono alternati nelle letture bibliche uno scout, un’insegnante, un frate minore che opera nella mensa della carità, una volontaria della croce verde, un medico, una volontaria empori della solidarietà Caritas, una volontaria impegnata nella promozione della giustizia riparativa, una consacrata nell’ordo virginum, un presbitero, un giudice di pace, un rappresentante della comunità cattolica francofona, un volontario della Ronda della carità e una bambina.

Tutto sembrava andare verso la fine, la rovina, il pessimismo, e invece…

Nella riflessione finale, il vescovo Domenico Pompili ha sottolineato: “Il Salmo 119 registra la tragica deriva dell’umanità che è ammaliata dalla guerra più che dalla pace. Sempre è stato così. Il nostro tempo non fa eccezione, anche se ingenuamente pensavamo di poter vivere in pace dentro ad un mondo ingiusto e violento. C’eravamo illusi nel bel mezzo di un benessere crescente che il seme della pace fosse possibile quando tutti hanno da mangiare e possiedono un cellulare. L’alba del nuovo millennio ha smentito la presunzione: non c’è pace senza giustizia; non c’è pace a buon mercato, senza giustizia a caro prezzo”.

Quindi, ha citato un altro salmo, quel Salmo 85 da cui è preso il versetto “Giustizia e pace si baceranno” che farà da sfondo e tema alla visita di papa Francesco a Verona, il prossimo 18 maggio. Così ha commentato: “A dire il vero, questo bacio è immaginato in un futuro lontano. In effetti, le cose atroci che succedono e il modo con cui ci vengono comunicate, fanno pensare a quanto giustizia e pace abbiano perso di significato. L’uso ipocrita che se ne fa, ce le rendono lontane. Vuote, inutilizzabili.
C’è, in effetti, un mondo di male, di male strutturale, che non vuole assolutamente che la giustizia e la pace si incontrino; preferisce che rimangano in contrasto. Per chi ama la guerra, è importante che la giustizia e la pace non trovino motivo di incontro. Per chi ama la guerra, è importante evitare il dialogo. Può accadere però l’imprevisto. Sì, è possibile un altro spettacolo. Come quello andato in scena all’Arena. Mano a mano che avanzano, infatti, la “giustizia” e la “pace” si riconoscono, ciascuna riconoscendo le ragioni dell’altra. Poi verso la fine, è proprio la giustizia a sollecitare la pace a non demordere, a non disperare”.

Ed ecco la novità del Venerdì Santo: “Gesù ha introdotto nella storia un’altra possibilità. L’uomo Gesù che affronta la morte violenta da innocente e completamente disarmato è la radice di un riavvicinamento impensabile che lascia intendere un “terzo Attore”. L’Attore in questione è il per-dono e dice un dono smisurato che rompe la logica asfittica e conflittuale che semina sangue e moltiplica le morti. Del perdono la Via Crucis è la controprova sperimentale. Infatti, è una strada di violenza da una parte, ma anche di mitezza e dialogo dall’altra. Da una parte Gesù mite e umile di cuore, dall’altra chi condanna Gesù e lo vuole morto”.

Infine, un augurio: “In questa difficile Pasqua, credenti e non credenti, siamo attesi dal perdono. Questo e non altro è ciò che ci auguriamo accada perché finalmente pace e giustizia si bacino. Diversamente resta solo il bacio della morte”.

Leggi qui la riflessione completa.

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