Avvento-Natale 2023: L’IMMAGINE

L'icona "Madre di Dio, Vergine del Silenzio"

L’immagine adottata quest’anno per i tempi di Avvento e Natale è una riproduzione dell’icona Madre di Dio, Vergine del Silenzio, gentilmente concessa dal Santuario Madonna del Silenzio di Avezzano, L’Aquila.

Segno suggerito: l’icona della “Madre di Dio, vergine del silenzio” che in-segna il silenzio insieme ad un leggio con una Bibbia aperta a sottolineare come il fare silenzio è accogliere una presenza.

 

Origine e significato dell’icona Madre di Dio, Vergine del Silenzio

Fonte: verginedelsilenzio.org

Come si è detto, iconografia è un’arte particolare: il suo intento non è di produrre opere originali o di evidenziare la bravura dell’artista, ma di annunciare il Vangelo rendendo presente la Parola attraverso l’Immagine. Perciò le icone sono molto ripetitive quanto a struttura formale, con piccole varianti significative all’interno di ciascuna, e il richiamo a modelli precedenti garantisce la correttezza del linguaggio iconografico. Nel nostro caso non c’è alcun modello antico di una Madre di Dio Vergine del Silenzio in ambito bizantino. Abbiamo avuto notizia che in anni recenti suor Renata dell’eremo di San Biagio a Subiaco ha scritto un’icona di questo soggetto.

In seguito il sig. Gianmario Carozzi affascinato da un affresco copto dell’VIII sec. raffigurante Sant’Anna scrisse un’icona (Santa Maria del Silenzio) che rappresentava Maria a figura intera, con il dito sulle labbra e il gesto benedicente. Di questa icona, donata a P. Antonio Gentili, vennero fatte moltissime riproduzioni, anche su legno e su stoffa. Una di queste era stata donata al cappuccino fra’ Emiliano Antenucci, che desiderando un’icona vera a mezzo busto di quel soggetto la richiese al monastero dell’Isola San Giulio, e diede a una monaca iconografa i modelli che aveva: un’immagine dell’icona del sig. Carozzi e una dell’antichissimo affresco di Sant’Anna trovato a Faras, nell’Alto Egitto, e custodito nel museo nazionale di Varsavia. La monaca decise di ripartire da quell’affresco, davvero incantevole. Con qualche perplessità.

Per prima cosa, era possibile attribuire alla Madre di Dio lo stesso gesto di Sant’Anna, sua madre? Si ricordò allora che l’unico altro soggetto iconografico con quel gesto è San Giovanni evangelista, che la tradizione bizantina chiama Giovanni il Teologo per aver scrutato nel suo vangelo le insondabili profondità del Verbo di Dio incarnato. Perché nell’iconografia San Giovanni invita al silenzio? Per entrare nel Mistero, nell’ascolto del Verbo della Vita. E perché Sant’Anna invita al silenzio? Per entrare nel Mistero, nella contemplazione della sua maternità di grazia che prepara la maternità divina di Maria, sua figlia. E dunque, chi più di Maria ha diritto di assumere quel sobrio gesto? La Madre di Dio invita al silenzio, perché porta in sé il Mistero, la Parola eterna che si fa uomo tra noi per salvarci. Un altro serio problema: è possibile scrivere delle icone della Madre di Dio senza il suo Figlio? La tradizione dice di no. Abbiamo effettivamente pensato di rappresentare in alto la Trinità nel modo evocativo che è frequente nell’iconografia bizantina, con semicerchi concentrici di colore azzurro-blu irradiati d’oro e tre raggi discendenti (cfr. per esempio l’icona della Natività o della Pentecoste). Dopo molte esitazioni non l’abbiamo fatto, desiderando focalizzare al massimo l’attenzione sulla permanente inabitazione della Trinità in Maria, che nel silenzio la custodisce.

Un altro modello formale è dato dall’icona dell’Ascensione, in cui Maria è raffigurata in posizione centrale, frontalmente, lo sguardo rivolto allo spettatore. La mano sinistra con il palmo aperto -in atto benedicente secondo un gesto molto comune nell’iconografia bizantina, ripreso anche dalla nostra icona- indica con la sua verticalità il Figlio che ascende al cielo, mentre la destra è inclinata orizzontalmente, nella direzione del cammino: Maria ci invita a camminare nella storia tenendo fisso al cielo lo sguardo del cuore. Nell’icona della Madre di Dio del Silenzio, invece, la mano destra di Maria è portata alle labbra: come nelle icone di Sant’Anna e di San Giovanni “Teologo del silenzio”, si esprime che lo stupore per il mistero dell’incarnazione deve diventare atteggiamento permanente del cuore, ascolto ininterrotto del Verbo che incessantemente risuona nell’intimo, silente canto di lode che prorompe da tutte le fibre dell’essere.

Non è però andata perduta la simbologia del cammino che nell’icona dell’Ascensione la Madre di Dio dischiudeva: infatti il nastro aureo che tradizionalmente orla tutto il manto della Madre di Dio nella nostra icona è stato reso con oro bianco, nell’intento di assimilarlo a una strada. E qui abbandoniamo l’interpretazione iconografica in senso stretto per ascoltare ciò che lo Spirito suscita al cuore. La vita dell’uomo nella Bibbia è spesso paragonata a una via, un percorso che si apre davanti a noi passo dopo passo. La via ci è già tracciata dal Signore, mèta del nostro cammino, ma solo percorrendola si invera per noi, che restiamo liberi di smarrirci, se scegliamo di abbandonare il sentiero della verità per seguire miraggi illusori. Sulla nostra via la Madre di Dio si fa compagna di cammino e guida sicura. Ci invita a sostare, a considerare bene ogni cosa: il gesto della mano sinistra, autorevole e insieme dolce, evoca una parola che il Signore dice attraverso il profeta Geremia: “Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi dei sentieri del passato, dove sta la strada buona, e percorretela: così troverete pace per la vostra vita.”(Ger 6,16) Tale gesto esprime nello stesso tempo una benedizione che ci sospinge oltre: il nastro, partito dalla base della raffigurazione, sale, scende, prosegue invisibilmente, ricompare … La strada buona non è comunque tutta lineare, agevole, scontata: occorre fidarsi, seguire, lasciarsi condurre. Occorrerà salire e ciò comporterà fatica e perseveranza. Risparmiare il fiato… Ma il silenzio, necessario ad ogni autentico cammino di comunione con il Signore, è molto più di un mezzo ascetico.

Al culmine del braccio destro della Santa Vergine il nastro si interrompe, il percorso richiede un salto di livello che è indicato dal gesto di Maria: “Poni un sigillo alle tue labbra, custodisci la Parola nelle profondità del cuore, lasciati sorprendere dallo Spirito”, sembra volerci dire amorevolmente la Madre. “Quando non vedi più come proseguire nel cammino, quando ogni opportunità sembra perduta, quando le fatiche affrontate sembrano essere state vane, taci. Lasciati portare oltre dal silenzio, lasciati sollevare dall’amore, senza opporre resistenza, senza frapporre il tumulto dei tuoi pensieri. Allora ritroverai la via da seguire e in essa intravvederai il mio volto, e seguendola irradierai la mia pace”. Come Abramo, come Maria, come i santi che ci hanno preceduto nel cammino della vita, avanziamo nella fede: certi della felicità che ci attende, grati al Signore che ci ha chiamati per nome riscattandoci dal nonsenso, lieti di offrire al mondo la testimonianza che veramente Dio colma il desiderio del cuore.

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