La Chiesa secondo il Concilio – Introduzione all’annuario della diocesi di Verona 2025

Allegato: La Chiesa secondo il Concilio – Introduzione all’annuario 2025

LA CHIESA SECONDO IL CONCILIO
in La Chiesa di Verona. Annuario della diocesi di Verona 2025, pag. 3

Scorrendo, anche solo in obliquo, l’Annuario di quest’anno, è facile coglierne la novità. Non è data dai nomi, a parte qualche inevitabile aggiornamento. Quanto piuttosto dall’articolazione che mette in primo piano i “soggetti” (vescovo, preti, diaconi, religiosi e religiose, laiche e laici) e poi i “luoghi” del discernimento e quelli operativi (consiglio pastorale diocesano, consiglio presbiterale, collegio dei vicari, curia diocesana). Questa semplice riformulazione intende esplicitare il cammino che dal Concilio in poi è stato messo in campo per entrare nel vivo di chi è la Chiesa e quale ne sia la missione.

Non vi è dubbio, infatti, che il Vaticano II abbia contribuito a ridefinire la Chiesa per lo stile con cui ha disegnato il modo di pensare e di proporre la verità e i suoi molti argomenti; per aver saputo creare un clima di riconciliazione fraterna con i propri interlocutori, per aver inserito nell’autocoscienza ecclesiale un elemento di comunione dinamica, facendo riferimento al Regno di Dio.

Se c’è una sfida per la Chiesa del futuro, questa consiste nella proposta di assumere un modello sinodale, imparando ad annunciare-costruire-confessare insieme, gli uni a servizio degli altri, gli uni con i doni e i ministeri propri a servizio dei doni e dei ministeri degli altri.

Un’ultima annotazione. Una delle consegne conciliari è la fiducia: imparare a far prevalere lo sguardo positivo su quello negativo. Non si tratta di negare le tensioni, ma di lasciar “spirare” un clima di serenità e di incoraggiamento, di attenzione e di rispetto. Condizione di nuova pentecoste è la comunione: lo Spirito scese su di loro “mentre erano tutti riuniti” (At 2,1). Il nuovo c’è ed è vivo, bisogna rinsaldare la nostra fede e il nostro amore in Cristo “così risveglieremo in tutti gli uomini della terra una viva speranza” (GS, 93).

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