Per la prima volta in Italia, una selezione completa dei capolavori realizzati da fra’ Giovanni da Verona. Un grande evento espositivo che ripercorre la vita, l’opera e il genio del monaco benedettino olivetano considerato tra i più importanti rappresentanti del Rinascimento italiano. Un artista da riscoprire al quale, in occasione del cinquecentesimo anniversario della morte, l’Associazione Rivela, in collaborazione con la Diocesi e il Comune di Verona, organizza la mostra celebrativa “Tessere la Tua lode. Le opere lignee di fra’ Giovanni da Verona” a cura di Giovanni Bresadola.
L’evento è ospitato, fino al 15 giugno, nel Silos di Levante del Complesso Universitario Santa Marta, a Verona, all’interno di spazi che per la prima volta si aprono ai visitatori dopo una significativa operazione di rigenerazione urbana con finalità culturali da parte del Comune.
L’iniziativa vede il coinvolgimento dei monaci benedettini olivetani di Monte Oliveto Maggiore (Siena) e di Seregno (Monza-Brianza), con i contributi storici e artistici del prof. Luciano Rognini, e degli studiosi Pier Luigi Bagatin e Renata Semizzi.
Ad accompagnare i visitatori come guide sono 40 studenti di 10 scuole veronesi (gli istituti Marco Polo, Guardini, Nani, Montanari, Copernico, Don Bosco, Angeli, Sacra Famiglia, Campostrini e Sanmicheli) affiancati da 50 tutor adulti di Rivela, grazie a un progetto di Pcto, Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento; si aggiungono poi alcuni studenti universitari. Nel percorso espositivo troveranno spazio alcuni abiti ispirati all’arte di fra’ Giovanni, appositamente creati dagli studenti che frequentano l’indirizzo moda dell’istituto Sanmicheli.
Chi era Fra’ Giovanni da Verona
La biografia di fra’ Giovanni è lacunosa. La nascita, avvenuta nella famiglia di Marco de Tachis, è collocata fra il 1456 e il 1457. Come risulta dalle “Familiarum Tabulae” olivetane, nel 1475, a 19 anni, vestì l’abito del novizio nel monastero di San Giorgio a Ferrara e, il 25 marzo del 1476, fece la sua professione religiosa a Monte Oliveto Maggiore (Siena). Visse in diversi monasteri come semplice monaco, sacerdote, priore e abate, sempre in fedele obbedienza al carisma della Congregazione olivetana. Pure quando fu chiamato a servire Dio secondo la regola benedettina e le costituzioni olivetane, lavorando il legno. Tra il 1476 e il 1478 visse nel monastero di San Giorgio a Ferrara incontrando fra’ Sebastiano da Rovigno divenuto lì suo maestro di tarsia e di intaglio. Tra il 1489 e il 1490 fu inviato nel monastero olivetano di Sant’Elena in Isola di Venezia come “sculptor et presbiter”. Nel 1491, a Santa Maria in Organo avviò la sua Scuola di tarsia e nel 1495 progettò il campanile della chiesa. L’obbedienza alla chiamata di papa Giulio II lo portò in Vaticano, nella Stanza della Segnatura dove lavorava Raffaello per gli affreschi. Tutto il suo lavoro fu distrutto, probabilmente durante il sacco del 1527. Morì nella sua Verona il 25 febbraio 1525 e fu sepolto in Santa Maria in Organo.
Attraverso la sua silenziosa arte d’intarsio, fra’ Giovanni ha realizzato cori, sacrestie e ha decorato luoghi di preghiera in tutta Italia, parlando ai cuori di generazioni di persone. Poco si conosce, però, di questo artista straordinario che non ha lasciato scritti ma solo i frutti della sua totale dedizione alla Gloria di Dio. Fra’ Giovanni ha attraversato la tensione dell’umanesimo per affermare la centralità dell’uomo, forte della certezza che Dio non è limite alla realizzazione dell’uomo stesso, ma la pienezza di tutte le sue espressioni. In quest’ottica ha fatto proprie le innovazioni artistiche del tempo, come la profondità e la prospettiva nelle immagini, raggiungendo livelli di assoluta eccellenza.
La mostra
Il percorso espositivo si snoda dal pianterreno al terzo piano della struttura. È scandito da pannelli con le riproduzioni delle opere, e arricchito da installazioni multimediali immersive, video (ideati e prodotti da Mosaiko) ed effetti scenici, per offrire ai visitatori un’esperienza unica e coinvolgente. La mostra raccoglie riproduzioni delle opere di fra’ Giovanni da Verona provenienti da diverse città italiane e conservate in prestigiosi musei e luoghi di culto: Sant’Anna dei Lombardi (Napoli), Monastero di Monte Oliveto (Siena), Cattedrale di Siena, Cattedrale di Lodi. E ovviamente Verona con Santa Maria in Organo dove si trovano il coro e la sacrestia che il Vasari descrive come “la più bella sagrestia che vi fusse in Italia”.
Un punto di interesse è l’esposizione di una riproduzione della Pala Trivulzio di Andrea Mantegna, concessa dalla Pinacoteca del Museo Sforzesco di Milano, che originariamente faceva parte del coro ligneo realizzato per Santa Maria in Organo.
L’esposizione celebra il monaco benedettino olivetano attraverso un coinvolgente percorso che unisce arte, spiritualità e tecnologia. Ad offrire una chiave visiva potente si aggiunge il corpus fotografico di Maurizio Marcato, fotografo di fama internazionale, che su commissione dell’Associazione Rivela documentò già nel 2016 il termine del restauro delle tarsie lignee della chiesa veronese.
La mostra evento è visitabile fino al 15 giugno, nei giorni: giovedì, dalle 15.00 alle 19.00; da venerdì a domenica, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00.
L’ingresso è libero, con prenotazione obbligatoria sul sito dell’Associazione. Per info: rivela@rivela.org o 375 5848188.
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