Il Vescovo Domenico Pompili ha annunciato stamane la sua opera di riassetto ecclesiale «nella prospettiva della sinodalità, della missionarietà e della diaconia».
Erano oltre 400 i sacerdoti presenti al ritiro del clero, svoltosi questa mattina nella parrocchia di San Domenico Savio (Borgo Milano). Prima di elencare le circa 70 nuove nomine, il Vescovo Domenico ha rimarcato la necessità di avviare un processo di riorganizzazione della chiesa veronese incentrato attorno a tre prospettive: sinodalità, missione e diaconia. Si tratta di un cammino che ha l’obbiettivo di immaginare «una rinnovata presenza di chiesa in grado di cogliere, con genialità e acutezza, ciò che oggi siamo chiamati a mantenere e ciò che invece va fatto cadere».
Tra i nuovi incarichi, si segnalano in particolare il nuovo vicario generale della Chiesa di Verona, mons. Osvaldo Checchini, che rimane anche parroco di Rizza. Mons. Roberto Campostrini (ormai ex vicario generale), che il vescovo ha ringraziato per l’intelligenza la passione e l’amabilità con cui ha svolto il suo compito fin qui, è invece il nuovo parroco di Santi Angeli Custodi (zona Stadio).
La riflessione di mons. Pompili, ha preso le mosse dal brano evangelico di Marco sulla chiamata dei primi discepoli (Mc 1,16-20). «Dall’incontro con il Signore inizia per quegli uomini un “camminare insieme” non da amiconi, ma da discepoli, all’insegna della fraternità» ha spiegato mons. Pompili. «Camminare insieme li pone in un rinnovato impegno caratterizzato dall’annuncio del Vangelo e dalla testimonianza della carità. Se la sinodalità dice la natura della chiesa, la missionarietà ne specifica il fine, che è quello di mettersi al servizio dell’intera umanità».
Concludendo il Vescovo ha precisato che “riassettare le reti”, come nel testo evangelico di Marco, non vuol dire “resettare”, ma semplificare, essenzializzare e far convergere. Questi gli obbiettivi di un processo al cui coordinamento è stato chiamato mons. Ezio Falavegna. In questa prospettiva il Vescovo ha tenuto per sé il coordinamento dell’ambito della Pastorale, in attesa dell’esito di questo processo di riorganizzazione, e non ha nominato un nuovo direttore di Caritas Verona, per sostituire l’uscente mons. Gino Zampieri, con l’intenzione di svolgere in prima persona il servizio alla carità anche per sottolinearne la vocazione trasversale a tutta la chiesa veronese.
«È necessario impegnarci ad avviare una riorganizzazione che richiede tempo, lucidità e passione, oltre che pazienza» ha precisato il Vescovo nel suo discorso ai preti. «A tal proposito questo processo di riforma dovrà individuare due grandi ambiti di azione che sono l’Annuncio e la
Testimonianza, tenuti insieme da una serie di Servizi generali che faranno da collante tra queste due dimensioni. Sono consapevole dell’importanza che questo cammino di riorganizzazione non operi uno stravolgimento troppo veloce e radicale, ma che tenga conto delle caratteristiche e della storia della nostra diocesi e, nello stesso tempo, associ tutti i soggetti implicati, in particolare quelli impegnati nel servizio dei molteplici uffici e centri.
Pertanto, attorno a questi due ambiti, Annuncio e Testimonianza, e all’area dei Servizi, ritengo che si debba operare un cammino di riorganizzazione, dando anche una nuova configurazione alla responsabilità che alcune persone saranno chiamate ad assumere, nel coadiuvarmi in questo compito di servizio alla vita e alla comunione nella nostra chiesa locale, proprio nella prospettiva della sinodalità, della missionarietà e della diaconia.
L’obiettivo ultimo dell’evangelizzazione e della testimonianza è la chiusa dell’
Esortazione Apostolica a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica: “Lodate Dio è il nome di questa lettera. Perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso” (Laudate Deum, 73).»