Un’esperienza intensa ha visto protagonisti dal 22 al 25 giugno 150 seminaristi ed educatori dei Seminari del Triveneto, tra cui 19 studenti del Seminario teologico di Verona, accompagnati dal rettore don Luca Albertini, dal vicerettore don Fabio Parato e dal padre spirituale don Paolo Cordioli: quattro giorni in cammino verso Roma per partecipare al Giubileo dei Seminaristi, intervallati da tappe, incontri, fraternità e preghiera.
Il viaggio è iniziato domenica 22 giugno con la prima sosta a Siena, città natale di Santa Caterina, per approfondire la figura della grande mistica e dottore della Chiesa, e vivere la celebrazione della solennità del Corpus Domini nella Basilica di San Domenico, presieduta dal Cardinale Augusto Paolo Lojudice, vescovo della città.
Giunti a Roma lunedì 23, la giornata ha visto protagoniste del cammino spirituale dei seminaristi due figure sacerdotali di grande rilevanza: San Filippo Neri, apostolo della gioia che dedicò la sua vita ai giovani, i poveri, i malati e i pellegrini, e don Andrea Santoro, sacerdote romano ucciso in Turchia nel 2006, testimone di un ministero vissuto in dialogo profondo con la realtà del suo tempo. Entrambi esempi luminosi di un sacerdozio profetico e incarnato.
Il Giubileo si è ufficialmente aperto alle 17.00 di lunedì 23, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura con la recita del Rosario e il concerto vocazionale del Coro della Diocesi di Roma diretto dal Maestro Marco Frisina, alla presenza di seminaristi provenienti da ben 58 Paesi del mondo.
Martedì 24 è stato il giorno del passaggio dalla Porta Santa e dell’incontro con Papa Leone XIV nella Basilica di San Pietro. Durante il suo intervento, il Santo Padre si è rivolto ai seminaristi esortandoli a non cedere all’abitudine, ma a vivere con passione e slancio la propria vocazione: “il vostro compito è di non accontentarvi, ma appassionarvi alla vita sacerdotale, vivendo il presente e guardando al futuro con cuore profetico“.
Proprio l’educazione del cuore, uno dei temi più delicati e profondi della formazione sacerdotale, è stato al centro della meditazione del Papa: non si tratta solo di acquisire conoscenze teologiche, ma di intraprendere un lavoro paziente e coraggioso su sé stessi, volto a trasformare la propria umanità. In questo senso, il Papa ha ricordato che “non c’è niente di voi che debba essere scartato, ma tutto dovrà essere assunto e trasfigurato nella logica del chicco di grano, al fine di diventare persone e preti felici, “ponti” e non ostacoli all’incontro con Cristo per tutti coloro che vi accostano. (…) Scendere nel cuore a volte può farci paura, perché in esso ci sono anche delle ferite. Non abbiate paura di prendervene cura, lasciatevi aiutare, perché proprio da quelle ferite nascerà la capacità di stare accanto a coloro che soffrono.”
Papa Leone XIV, con parole cariche di tenerezza, ha ricordato ai seminaristi come il sacerdote non sia chiamato a essere un eroe solitario, ma un uomo redento che, riconoscendo le proprie fragilità, diventa capace di accogliere e accompagnare con autenticità il dolore altrui.
Continuando il viaggio sulle orme di San Filippo Neri, nel pomeriggio i pellegrini hanno preso parte alla Messa nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella (luogo in cui fondò la Congregazione dell’Oratorio nel 1551) presieduta dal Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, che ha rimarcato l’importanza di vivere la propria vocazione con gioia e umiltà, come insegna l’esempio del “Giullare di Dio”.
Mercoledì 24, prima dell’udienza generale, Papa Leone XIV ha incontrato in udienza privata i Seminari del Triveneto. Dopo aver salutato personalmente seminaristi ed educatori, ha invitato a “fidarsi senza misura” di Dio, sulla scia delle parole di Sant’Agostino (Conf. VIII,27):
Gettati in Dio senza timore. Non si tirerà indietro per farti cadere. Gettati tranquillo, egli ti accoglierà e ti guarirà.
Come un padre ripeto a voi queste stesse parole, che fecero tanto bene al cuore inquieto di Agostino: esse (…) possono orientare tutto il vostro percorso di discernimento e di formazione al ministero ordinato. In particolare, queste parole vi invitano ad avere una sconfinata fiducia nel Signore, il Signore che vi ha chiamato, rinunciando alla pretesa di bastare a voi stessi o di potercela fare da soli. E ciò vale non solo per gli anni di Seminario, ma per tutta la vita.
Nella stessa mattinata, nella Basilica Vaticana, è avvenuto un incontro informale ma significativo con il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, che ha voluto conoscere personalmente ciascun Seminario presente.

Il pellegrinaggio si è concluso nella splendida cornice di Orvieto, accolti dal vescovo Gualtiero Sigismondi. Nella celebrazione in Cattedrale, ha ricordato ai presenti il valore dello sguardo, porta del cuore nel percorso di ogni vocazione: “Non stancatevi mai – ha detto – di avere uno sguardo lungimirante, capace di orientarsi sempre verso l’alto, verso Cristo“.
Un’esperienza viva di Chiesa, segnata da incontri significativi e parole profonde, illuminata dall’esempio dei Santi che ne hanno guidato i passi e dalla paternità spirituale del Santo Padre. Un tempo di grazia che porterà frutto nel cammino vocazionale, nella formazione e nel futuro ministero di ciascun seminarista, restando scolpita, nondimeno, nel cuore del nostro Seminario maggiore diocesano.
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