La carità, l’annuncio, la croce – Santo Stefano

Allegato: 26_12_2024 – la carità, l’annuncio, la croce – santo stefano

Messa di Santo Stefano

Gesù divin lavoratore, 26 dicembre 2024

Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo”. Santo Stefano è il più rappresentativo di un gruppo di sette compagni nei quali la tradizione vede il germe del futuro ministero dei ‘diaconi’, anche se bisogna rilevare che questa denominazione è assente nel Libro degli Atti degli Apostoli. Il racconto lucano invece presenta il problema di una comunità ebraica con al suo interno alcuni originari della terra d’Israele, detti “ebrei”, mentre altri di fede ebraica veterotestamentaria provenivano dalla diaspora di lingua greca ed erano detti “ellenisti”. Ecco il problema che si stava profilando: i più bisognosi tra gli ellenisti, specialmente le vedove sprovviste di ogni appoggio sociale, correvano il rischio di essere trascurati nell’assistenza per il sostentamento quotidiano (At 6,5-6). La cosa più importante da notare è che, oltre ai servizi caritativi, Stefano svolge pure un compito di evangelizzazione nei confronti dei connazionali, dei cosiddetti “ellenisti”, Luca infatti insiste sul fatto che egli, “pieno di grazia e di potenza” (At 6,8), presenta nel nome di Gesù una nuova interpretazione di Mosè e della stessa Legge di Dio, rilegge l’Antico Testamento nella luce dell’annuncio della morte e della risurrezione di Gesù. E dimostra quindi anche che il culto del tempio è finito e che Gesù, il risorto, è il nuovo e vero “tempio”. Segue il suo martirio, che di fatto è modellato sulla passione di Gesù stesso, in quanto egli consegna al “Signore Gesù” il proprio spirito e prega perché il peccato dei suoi uccisori non sia loro imputato (cfr At 7,59-60).

La storia di Stefano suggerisce una questione decisiva anche oggi: non bisogna mai disgiungere l’impegno sociale della carità dall’annuncio coraggioso della fede. Era uno dei sette incaricato soprattutto della carità. Ma non era possibile disgiungere carità e annuncio. Così, con la carità, annuncia Cristo crocifisso, fino al punto di accettare anche il martirio. Questa è la prima lezione che possiamo imparare dalla figura di santo Stefano: carità e annuncio vanno sempre insieme. Soprattutto, santo Stefano ci parla di Cristo, del Cristo crocifisso e risorto come centro della storia e della nostra vita. Possiamo comprendere che la Croce rimane sempre centrale nella vita della Chiesa e anche nella nostra vita personale. Nella storia della Chiesa non mancherà mai la passione, la persecuzione. E proprio la persecuzione diventa, secondo la celebre frase di Tertulliano, fonte di missione per i nuovi cristiani. Cito le sue parole: “Noi ci moltiplichiamo ogni volta che da voi siamo mietuti: è un seme il sangue dei cristiani” (Apologetico 50,13).

Ma anche nella nostra vita la croce, che non mancherà mai, diventa benedizione. E accettando la croce, sapendo che essa diventa ed è benedizione, impariamo la gioia del cristiano anche nei momenti di difficoltà. Santo Stefano ci insegni a far tesoro del suo essere testimone e servitore, ci insegni ad amare la Croce, perché essa è la strada sulla quale Cristo arriva sempre di nuovo in mezzo a noi.

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