Gesù è la chiave della conoscenza di Dio – Esequie di don Luigi Forigo

Giovedì della XXVIII per annum – Esequie don Luigi Forigo
(Rm 3,21-30a; Sal 130; Lc 11,47-54)
San Giovanni Lupatoto, giovedì 16 ottobre 2025
“Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite”. Gesù intende contestare gli scribi del suo tempo che si consideravano gli eredi spirituali dei profeti e dei sapienti. Mentre in realtà, negando a Lui ogni possibile riconoscimento, si dimostrano affossatori dei profeti anche se si danno da fare per costruire monumenti funebri agli antichi martiri e raccomandano pellegrinaggi alle loro tombe. Insomma, venerano i morti, i profeti del passato, e non sanno riconoscere le voci profetiche del presente. Vien da pensare a don Luigi Forigo che fu interprete con altri confratelli di un singolare esperimento di preti operai, se e quanto fu compresa la loro istanza che intendeva riconciliare il mondo del lavoro con quello della Chiesa. Anche Paolo VI recandosi agli altiforni di Taranto nella notte del Natale del 1968 aveva voluto dichiarare che non c’è estraneità tra questi due mondi e lo stesso vescovo mons. Carraro autorizzò questa esperienza, anche se non mancarono momenti di fatica e di tensione.
“Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito”. Qui l’accusa del Maestro si fa più stringente. Con il rifiuto e la morte violenta di Gesù, infatti, questa storia di repressione raggiunge il suo culmine. Per questo Gesù accusa i suoi interlocutori di aver “portato via la chiave della conoscenza” perché si sono impediti di aprire la porta della salvezza che è Cristo stesso. Quel che è più colpevole è l’ottusità dinanzi alla rivelazione di Dio che blocca anche tutti gli altri a fermarsi dinanzi all’inaudita proposta del Vangelo. Gesù è davvero la chiave della conoscenza di Dio e ciò che rende possibile penetrare dentro il suo mistero insondabile. Don Luigi che aveva una fisionomia da intellettuale più che da operaio ha sempre coltivato la ricerca di Dio e approfondito la conoscenza personale del Maestro attraverso una preghiera e una vita spirituale feconda e aperta all’incontro con gli altri.
“Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca”. L’ostilità nei confronti del Messia dopo le sue parole nette non può che crescere e andare nella direzione della morte di Lui. Si sa che la verità suscita reazioni violente, ma non sempre. La verità ci rende furiosi quando stiamo facendo qualcosa di male e vogliamo convincere noi stessi e gli altri di essere nel giusto. In questo caso diventa nostro nemico chiunque voglia farci cambiare idea. Uno degli effetti di questa chiusura è l’offuscamento della mente che non vede altro che quello che vuole e va in cerca di falsi profeti che rassicurino che tutto va bene. Ci vuole sempre molto coraggio per guardare in faccia alla realtà. Don Luigi con i suoi occhiali tondeggianti e il suo sorriso sempre aperto ha cercato di guardare la realtà.
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