Mercoledì della XXIX per annum – Esequie di don Gino Adami
(Rm 6,12-18; Sal 123; Lc 12,39-48)
Dossobuono, mercoledì 22 ottobre 2025
“Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo”. L’immagine del ladro che viene di notte sembra di cattivo gusto. Ma vuol manifestare l’effetto sorpresa che tendiamo a rimuovere nella nostra vita, pensando che si vada avanti senza strappi indefinitamente, col rischio di addormentarsi nel mentre. Gesù, beninteso, non sta seminando il panico né terrorizzando i suoi. Vuole semplicemente che non ci si lasci vivere, ma che si abbia sempre la consapevolezza che non ci si può addormentare dimenticando che nel frattempo si procede avanti.
“Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così”. Questo atteggiamento stolto è quello incarnato dall’amministratore infedele che, non a caso, si concentra sul proprio tornaconto invece di dedicarsi alla crescita dei suoi dipendenti. Questo è il punto. Sapere che la vita non ha in sé stessa la spiegazione spinge a cercare sempre oltre; di conseguenza impone di non stabilizzarsi mai, di non avere la pretesa di sentirsi arrivati. Per questo è necessario che si sia svegli, cioè attenti a quel che succede dentro e intorno a noi. È sveglio quel pastore che non si accontenta di lisciare il pelo al proprio gregge, ma lo stimola a riprendere sempre di nuovo il cammino, anche se i risultati sono scarsi. È sveglio quel genitore che non si accontenta di dare delle cose ai figli per soddisfarne i bisogni, ma sa scoprirne e, all’occorrenza, sa risvegliare i loro desideri profondi. È sveglio quel politico che non si accontenta di vedere accresciuto il consenso, ma ne fa la base per governare. E non il contrario: cioè non si governa in attesa di veder crescere il proprio consenso (!). È sveglio chi non si addormenta con la nostalgia di un passato che tanto non torna più (retrotopia) o di un futuro che ancora è indecifrabile (utopia) e perciò resta nel novero delle intenzioni.
“A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più”. Credere è un modo di stare al mondo e di attraversarlo da sveglio e non da addormentato, sfidando le convenzioni. Senza temere di essere un piccolo resto, ma conservando quel senso di inappagamento che non ci fa stare mai “zitti e buoni”. Don Adami è stato così: un pastore sveglio che non ha assecondato il semplice cambiamento dei tempi, ma ha cercato di orientarlo, lasciando che la parola del Vangelo fosse luce e forza per il suo ministero, sempre rivolto alla gente di cui si sentiva responsabile. Per questo fino alla fine non ha mancato di dare il suo tempo e la sua disponibilità per “il molto” che gli era stato affidato e che sapeva di dover restituire.
