“Oltre il limite, l’arte dell’attenzione. Dialogo tra la Chiesa e la città”: si è svolto venerdì 21 novembre l’incontro organizzato da Azione Cattolica Verona, presso il Teatro San Massimo, che ha accolto circa 200 persone. Una serata che ha visto l’alternarsi di interventi del vescovo Domenico Pompili, del questore di Verona Rosaria Amato e del giornalista Stefano Lorenzetto, moderati da Giacomo Biancardi (Telepace). Il dibattito, guidato dalle domande che hanno elaborato i componenti di Azione Cattolica a partire dalla terza lettera pastorale del Vescovo sul tema del limite, ha messo in luce come i limiti possano essere trasformati grazie ai valori dell’essenzialità, della profondità e della reciprocità.
«Io credo che il primo limite da riconoscere sia quello che effettivamente nessuno cambia il mondo da solo, ma che è possibile invece fare la differenza se più persone si convincono che i cambiamenti non avvengono semplicemente perché dall’altro qualcuno manovra e fa il grande, ma perché dal basso c’è qualcuno che decide di pensarla in proprio»: così commenta il vescovo Domenico l’odierna situazione globale afflitta da povertà, corruzione e conflitti.
È proprio su questo che interviene anche Rosaria Amato, facendo notare come «oggi ci siano tanti individualismi, ci siano degli io ipertrofici che impediscono di guardare verso l’altro». In questa delicata situazione si colloca la Chiesa, la quale può «tentare di recuperare queste relazioni perse e intercettare le aree di malessere», sfruttando il vantaggio di avere una presenza capillare sul territorio anche con oratori o altri luoghi positivi di aggregazione.
Il malessere giovanile non può essere tralasciato da questo discorso, alla luce degli spiacevoli episodi che si leggono quotidianamente, ma è necessario cambiare le proprie strategie per essere attrattivi nei loro confronti e superare quella «segregazione generazionale» a cui il Vescovo fa riferimento, a partire dalla consapevolezza degli ostacoli digitali. Qui, Stefano Lorenzetto fa notare come la soglia dell’attenzione sia uno dei limiti principali con cui è necessario imbattersi: «Leggevo in questi giorni un sondaggio del Times che nella fase di età dai 14 ai 18 anni i giovani sotto esame dedicano al massimo 18 minuti di concentrazione allo studio, dopodiché la mente se ne va dall’altra parte». Tempo nettamente inferiore se si considera la durata media di una celebrazione religiosa.
Azione Cattolica – che con le sue attività si dimostra molto partecipe sul territorio – in questo incontro, dunque, si è resa portatrice del clima generale che ci circonda, traducendo quella necessità di azione e coordinamento tra le istituzioni nelle aree di disagio della società.