“Con lui, abbiamo colto il gusto originale del Vangelo che è la gioia” – In memoria di papa Francesco

Allegato: In memoria di papa Francesco

Lunedì dell’Angelo 2025
In memoria di papa Francesco
(At 2,14.22b-33; Sl 16, Mt 28,8-15)
Cattedrale di Verona, lunedì 21 aprile 2025

Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: Rallegratevi!”. Alle donne spaventate ed interdette per via della tomba “vuota”, il Risorto si fa loro incontro e dice: “Rallegratevi!”. Nell’atmosfera unica ed irripetibile del mattino di Pasqua ci è dato di cogliere in filigrana il ministero di papa Francesco. Con lui, abbiamo colto il gusto originale del Vangelo che è la gioia. Non a caso, la sua prima Esortazione Apostolica, intitolata Evangelii Gaudium, afferma: “Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. (…) Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto” (n. 2).

Del primo incontro con il Maestro “passato” attraverso la passione, la morte e la resurrezione, colpisce anche il fatto che sia Lui ad andare incontro alle donne. Esse, infatti, stanno andando nella direzione dei discepoli per informarli dell’accaduto, cioè nella direzione contraria. Per questo è Gesù in persona che si avvicina, azzerando le distanze. Francesco non è mai stato fermo, neanche nella malattia, ma si è mosso sempre verso gli altri, anche a rischio di essere frainteso, quando non addirittura strumentalizzato. Il capolavoro di questo suo andare incontro, lo abbiamo avuto non più tardi di ieri, quando è sceso dalla loggia delle benedizioni ed ha attraversato per intero la piazza, in lungo e in largo. Inconsapevolmente si è congedato come è vissuto: mai pago di sé stesso, sempre alla ricerca continua degli altri. Per chi, come noi, è portata a vivere l’abbandono dalla chiesa come un allontanarsi degli altri, Francesco ha mostrato che non esistono “lontani”, se ci si muove incontro ad essi.

Infine, il Risorto si rivolge non ad un singolo, ma ad un gruppo di persone, uomini e donne, di diversa estrazione sociale e culturale. L’interlocutore di questo pontificato è stato sempre il popolo. Questo tratto non è populismo, ma coinvolgere in un cammino condiviso, avviando processi che fanno leva non sulla genialità di un singolo, ma sul sensus fidei di una comunità intera. Per questo il lascito di papa Francesco, al di là delle emozioni di queste ore drammatiche, è affidato a quanti e a quanto sapremo dar seguito alla sua missione di evangelizzazione e di promozione umana. Ciò che ha animato la sua infaticabile azione a favore dei più poveri e l’ha reso un riferimento credibile della fede è condensato in alcune sue parole di ieri: “Sorelle e fratelli, nello stupore della fede pasquale, portando nel cuore ogni attesa di pace e di liberazione, possiamo dire: con Te, o Signore, tutto è nuovo. Con Te, tutto ricomincia”.

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