Festa di san Luca – Esequie di Maria Paola Giovanna Bonsi, sposa di Roberto Marrella
(2 Tm 4,10-17b; Sal 145; Lc 10,1-9)
Chiesa della Santissima Trinità in Verona, sabato 18 ottobre 2025
“Solo Luca è con me”. Paolo è sotto processo, abbandonato dai suoi amici (v. 13), verosimilmente a Roma. Si ritrova isolato, se non fosse appunto per Luca. Tuttavia non indietreggia rispetto al suo compito. Non ha perso nulla della sua fede, del suo coraggio, della sua speranza. Già solo questo dà da pensare. Oggi si parlerebbe di resilienza: consiste nel risalire sulla barca dopo che le onde del mare l’hanno capovolta e riprendere con più sicurezza la navigazione. Non basta non soccombere, ma ritrovare uno slancio nuovo e ricevere in dono una sapienza inattesa. Cosa serve? Quel che Paola, cui oggi diamo l’estremo saluto, e Roberto insieme alle loro figlie e a loro figlio hanno condiviso nella loro lunga storia d’amore. Anzitutto, riconoscere come fa Paolo senza piagnistei la propria condizione fragile; tenere vive le radici che nutrono l’interiorità di ciascuno, e, infine, il senso dell’umorismo che di certo non mancava a Paola e che è, come sostiene Gandhi, “l’asta che dà l’equilibrio ai nostri passi mentre camminiamo sulla fune della nostra vita”.
“Li inviò a due a due davanti a sé”. Gesù non blocca come una chioccia i suoi attorno a sé, ma li invia perché la vita va intesa in modo centrifugo. La morte inattesa di Paola, libera una energia in Roberto, nelle sue figlie e nel figlio che è invito a tutta la sua famiglia ad uscire da sé. Generare, infatti, è far nascere e poi lasciar andare. Come si ricava da un bel testo di Erri De Luca, dove si rilegge in filigrana il rapporto tra Myriam e Iosef: “Miriàm, sai cos’è la grazia?” “Non di preciso”, risposi. “Non è un’andatura attraente, non è il portamento elevato di certe nostre donne bene in mostra. È la forza sovrumana di affrontare il mondo da soli senza sforzo, sfidarlo a duello tutto intero senza neanche spettinarsi. Non è femminile, è dote di profeti. È un dono e tu l’hai avuto. Chi lo possiede è affranto da ogni timore. L’ho visto su di te la sera dell’incontro e da allora l’hai addosso. Tu sei piena di grazia. Intorno a te c’è una barriera di grazia, una fortezza. Tu la spargi, Miriàm, pure su di me”. Erano parole da meritarsi abbracci. Restammo sdraiati senza una carezza. Ci pensai un poco e risposi per gioco: “Tu sei innamorato cotto, Iosef”.
Come Roberto lo è stato di Paola e reciprocamente Paola di Roberto nella loro storia d’amore.
