Allegato: 06_01_2025 Epifania del Signore
Messa nella solennità dell’Epifania del Signore (in die)
Cattedrale di Verona, 6 gennaio 2025
“Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo»”. Il testo di Matteo non ci dice quanti siano e come si chiamino, ma descrive un viaggio che dall’Oriente si muove verso Betlemme, passando per Gerusalemme. È facile interpretare la parola ‘oriente’ non solo come una coordinata geografica, ma come uno stato d’animo. L’oriente evoca la luce del mattino, la freschezza degli inizi, la promessa della vita. Internet è il nostro mondo di oggi. In esso l’attività prevalente è ‘cercare’, cioè mettersi alla ricerca. Molte volte in modo superficiale e frettoloso. Ma la magia di Internet è una spia di un profondo desiderio umano: quello di cercare, navigando. Quando smettiamo di cercare, smettiamo di vivere. Sono gli uomini e le donne che sentono la mancanza di qualcosa: la parola desiderio rimanda con quel de- proprio ad una mancanza, addirittura alla mancanza di una stella (sidereus). Questo spiega perché i Magi, una volta intravista la stella, non la lasciano più.
Eppure vengono da una cultura diversa, ma non hanno paura di confrontarsi e di cercare le risposte alle loro domande. E, soprattutto, non hanno paura di muoversi e per lungo tempo, visto che il loro viaggio dura per anni. C’è, al contrario, un’umanità che non è disposta a mettersi in movimento, a rivedere le proprie certezze e si rinchiude nelle proprie sicurezze. Dal testo matteano emergono delle figure quasi caricaturali: Erode, gli scribi, la gente distratta. Ci sono tanti che hanno smesso di vivere, cioè di cercare. Hanno paura di perdere le loro posizioni di rendita e congiurano perché tutto resti come prima. Tutt’al più sono “gattopardi”, cioè sembrano aprirsi al nuovo, ma con la mentalità di sempre. E stanno fermi. E bloccano tutto. La vera sapienza è invece quella che apre il mondo e non quella che lo chiude in sé stesso.
“Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino”. Si è molto discusso su che tipo di stella fosse quella dei Magi. Keplero sosteneva che fosse una “nova” o “supernova”; altri hanno parlato della cometa di Halley, ma i Magi cercavano Dio e lo rintracciavano nella bellezza del creato. Il mistero dell’universo ci fa balenare la grandezza del nostro mistero. E per questo la stella prima appare, poi scompare e finalmente si ferma “sopra il luogo dove si trovava il bambino”. L’uomo è il luogo dove la stella si posa. E per questo i Magi adorano in silenzio. Intuiscono che lì c’è Dio, l’approdo della loro ricerca. Possiamo chiederci: che cosa sto cercando nella mia vita? Qual è la stella che mi sta guidando? Che cosa mi spinge o cosa al contrario mi blocca nel mio quotidiano incedere nella vita?
