Dall’isolamento all’incontro – Grestival 2025

Allegato: GRESTIVAL 2025

Grestival 2025
(Mc 10,46-52)
Movieland Park in Lazise, giovedì 3 luglio 2025

Il figlio di Timéo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare”. Il testo di Marco si conclude in  modo esattamente contrario: “E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada”. Che cosa è accaduto? Per passare così rapidamente dall’immobilità al movimento, dal buio alla luce, dall’isolamento all’incontro? Tre dettagli aiutano a decifrare il cambiamento che è poi un modo per capire cosa è la fede.

Il primo è il grido che si leva in mezzo alla folla anonima che fa ressa attorno a Gesù. La cecità deve avergli affinato l’orecchio al punto che appena avverte la presenza di Gesù, Bartimeo si mette a gridare ad alta voce: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”. Quando ci si mette a gridare? Nei momenti topici, quando uno ha una fifa fotonica oppure una gioia imprevista. In ogni caso, quando siamo toccati dalla vita. Quando siamo in una condizione di assoluta necessità l’io si ribella ed esce allo scoperto. Costi quel che costi. Sì, la fede nasce, ieri come oggi, da un grido. Come la vita che nasce dal grido del bambino appena nato. Il grido – attenzione – e non la rabbia, il riconoscimento del proprio limite fa rinascere il desiderio.

Il secondo dettaglio è il balzo di Bartimeo che è un uomo libero non solo perché grida, ma anche perché invoca Gesù chiamandolo “Rabbunì”, così riconoscendone l’autorevolezza e il mistero. E subito lasciandosi smuovere dalla sua presenza. Tanto che “gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù”. Per un povero il mantello era un po’ la sua ‘casa ambulante’. La fede provoca un balzo, è un protendersi senza le certezze di sempre, lasciandosi guidare solo dalle vibrazioni captate nell’aria. Soltanto dalla percezione della presenza di voci amiche che possono accompagnarmi in questo difficile transito che abbandona il certo per l’incerto. La fede non risolve i problemi, ma aiuta ad affrontarli non da solo.

E, finalmente, il terzo dettaglio è il cammino. Meraviglia che Gesù domandi quale sia il desiderio del cieco, quasi cercando una richiesta esplicita della vista. Ancor più meraviglia il fatto che Gesù non risponda con un gesto di guarigione, come in altri casi, ma con un imperativo che rinvia al cammino. Colui che era cieco è chiamato ad alzarsi e a mettersi per strada dietro al Maestro. Gesù infatti gli dice: “Va’, la tua fede ti ha salvato”. Ciò che lo salva è quello che esegue mettendosi alla sequela del Maestro. Credere è star dietro a Lui, passo dopo passo.

L’augurio a voi, ragazze e ragazzi del Grest 2025, è che voi “gridiate”, vi “sbilanciate” verso gli altri, vi “rimettiate in cammino” perché “camminando s’apre cammino”. Nel silenzio, ora, ripensiamo a questi primi giorni d’estate trascorsi insieme: quali sono i motivi per cui voglio ringraziare e lodare il Signore? Cosa è successo di particolarmente bello in questi giorni? Per quali amici voglio lodare il Signore?

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