29 novembre

Da invisibili inizi nascerà il grande successo del Regno di Dio

Veglia d'Avvento in Cattedrale

Veglia dell’Avvento 2025
(Mc 4,25-32)
Cattedrale di Verona, sabato 29 novembre 2025

È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno”. Quando Gesù evoca Dio non ne parla, ma lo racconta. L’uso delle parabole però non è un espediente didattico, quanto invece il segno di una crisi. Dopo la prima fase l’entusiasmo per il Maestro va scemando: alcuni lo seguono per i segni strepitosi, ma poi quando si tratta di venire al dunque si tirano indietro. Per questo Gesù insiste dicendo: “Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!” (Mc 4,9). Anche noi siamo in crisi e ci domandiamo: perché Dio non mi fa migliore? Perché il Vangelo non cambia il mondo? Perché risulta così poco attraente e c’è uno iato tra sforzi e risultati? Perché la mia comunità è così stanca, dando l’impressione di energie consumate a vuoto? A queste domande rispondono le parabole che incoraggiano ad andare avanti perché il seme si sviluppa “spontaneamente”, il che sta a dire fiducia e coraggio, ma pure larghezza e pazienza di seminare. E, soprattutto, perché da invisibili inizi nascerà il grande successo del Regno di Dio.

Così Gesù dinanzi a chi è tentato di andarsene rilancia e chiede ai suoi una cambiale in bianco: venitemi dietro! Chi accetta la sfida e crede in Lui dà origine alla Chiesa. A Nicea, ragion per cui papa Leone è in Turchia, 1.700 anni fa fu definita la confessione di fede dei cristiani “in un solo Signore, Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza (homoousios) del Padre”. Non c’è “cambiamento d’epoca” capace di rendere superata o irrilevante questa confessione. Infatti, soltanto se in Gesù Cristo Dio si è fatto uomo, il cristianesimo ha ragion d’essere. Ario, per contro, era convinto che si dovesse mantenere il concetto di Dio, Dio stesso, totalmente fuori dalla storia degli uomini. Ma il Dio in cui noi crediamo non è un Dio generico, una energia anonima, ma ha il volto umano di Gesù di Nazareth. Anzi, lontano da Lui, Dio non mi interesserebbe affatto! Che cosa è allora la Chiesa? “Non è un’istituzione escogitata e costruita a tavolino…, ma una realtà vivente… Essa vive lungo il corso del tempo, in divenire, come ogni essere vivente, trasformandosi… Eppure nella sua natura rimane sempre la stessa, e il suo cuore è Cristo” (R. Guardini). Perché è nella Chiesa che si impara l’arte di coltivare l’attenzione. È Cristo che ci ha promesso che tornerà dopo essere venuto nella carne. I cristiani lo sanno e non vanno avanti come se il mondo non finisse mai e lo attendono nella preghiera ed esercitandosi nell’arte dell’attenzione che vuol dire prendersi cura di sé, dell’altro e del creato. Senza dimenticare Cipriano di Cartagine per il quale quando è in gioco quel che è essenziale, profondo e di interesse reciproco: “nulla si fa senza vescovo”, salvo aggiungere subito dopo: “nulla si fa senza il parere dei presbiteri e dei diaconi”, per poi concludere: “nulla si fa senza l’approvazione del popolo”. Così comprendiamo che cosa vuol essere l’Assemblea diocesana del prossimo 16 maggio 2026 a Isola della Scala che culminerà nella veglia di Pentecoste. “Fate attenzione a quello che ascoltate” (Mc 4,24) sarà il titolo di questo appuntamento verso il quale camminiamo insieme.

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