Cosa significa rinascere dall’alto? – Preghiera ecumenica alla Rassegna “Poeti Sociali”

Preghiera ecumenica – Poeti sociali 2025
(Gv 3,1-8)
Chiesa evangelica valdese in Verona, domenica 5 ottobre 2025

Andò da Gesù, di notte”. Nicodemo è un uomo ormai maturo quando si reca da Gesù “di notte” per evitare sguardi indiscreti. Ma, forse, l’oscurità esteriore fotografa bene il suo stato interiore. Anche per noi è notte fonda di questi tempi bui e rimaniamo confusi rispetto a una tragedia come quella delle guerre che umanamente appare senza sbocchi. Ma siamo qui per lasciarci ispirare da Gesù che dice: “Se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio”. Che significa nascere dall’alto? E, soprattutto, come può nascere dall’alto uno quando è morto? “Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?”. Istintivamente ci verrebbe da dar ragione al buon senso di Nicodemo. Del resto, siamo ormai tutti disabituati a pensare la vita fuori dal semplice calcolo biologico. Ce ne siamo fatti una ragione. Si vive e, anche se non ci pensiamo, si muore. Chi prima, chi dopo. Il miracolo dell’esistenza sembra un biglietto di sola andata. Che vuol dire allora rinascere dall’alto? Gesù aggiunge: “Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito”. Come dire che la vita sotto il profilo della carne è limitata e irreversibile. Ma è altra cosa quando è ricondotta alla sua segreta identità. Se allarghiamo il nostro sguardo cambia tutto.

Per comprendere finalmente il senso delle parole di Gesù: “Se non uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio”. In greco questa parola “dall’alto” può essere anche compresa come “di nuovo”: Nicodemo fraintendendo Gesù, capisce “di nuovo” e pensa ad una rinascita nel grembo della madre, una sorta di reincarnazione. Questo fraintendimento ne rivela uno ancor più profondo: ciò che lo spirito umano può immaginare è al massimo un ritorno in vita o una reincarnazione, come in alcune correnti religiose orientali. Invece ciò che Gesù indica è qualcosa di fondamentalmente diverso, è una ri-plasmazione del nostro essere ad opera di Dio, che accade quando nel nostro cuore viene acceso il dono della fede. È il dono dell’acqua, ossia dello Spirito Santo, che ci purifica, ci dona la vita e ci mette in comunione con Dio, come suoi figli. Non è sufficiente ricevere il battesimo da bambini per essere rigenerati: è necessario che le energie spirituali presenti in potenza per il battesimo diventino attive in noi con il dono dello Spirito Santo. Il battesimo nello Spirito Santo è ciò che accade quando da adulti riscopriamo la fede e cominciamo a camminare da figli in modo più consapevole. Siamo improvvisamente rinati dall’alto e una nuova vita sgorga in noi, un’acqua che zampilla per sempre e che si comunica agli altri.

Dobbiamo camminare insieme su questa via dello Spirito di cui la fede è la prova fondamentale che riesce a essere nel tempo “delle macchine celibi” che rischiamo di diventare una possibile alternativa. Solo lo Spirito rappresenta la strada per non rassegnarsi a quanto l’angoscia ci procura e diventa la via che restituisce speranza.

condividi su