Professione di fede in Piazza San Pietro

Signore, manda noi

Al Giubileo dei Giovani

Quarantamila italiani che partecipano al Giubileo dei giovani si sono radunati in piazza San Pietro nella sera di giovedì 31 luglio per vivere il momento della Professione di fede. Tra loro anche centinaia di giovani veronesi. A guidare la riflessione il card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI.

Fin dalle prime parole ha invitato a puntare in alto ricordando loro:

La santità è affidata a ciascuno di noi ed è il semplice e umanissimo riflesso dell’amore di Dio, quello che non ci fa vivacchiare, che ci rende davvero unici non perché soli ma perché originali

Per questo li ha invitati a confidare nella Chiesa:

È la mia e nostra casa, inadeguati e peccatori come siamo, ma famiglia universale, cattolica, dove tutti, tutti, tutti, siamo accolti come le braccia del colonnato ci stringono e ci definiscono. Sono braccia che la proteggono dal caos del mondo, per insegnarci a vivere il Vangelo e per andare nel mondo pieni di speranza e di pace. Al centro non c’è il nostro io. 
Al centro c’è sempre e solo Cristo, nostra speranza e pace. Cristo che rende l’altro, qualunque esso sia, il mio e nostro prossimo e non un estraneo o un nemico. E se amiamo il prossimo anche lui scoprirà il volto di Cristo nello sconosciuto che si è preso cura di lui e lo ha preso con sé!

Con le sue parole ha portato i giovani a guardare all’umanità intera, segnata dalla guerra e dagli effetti dell’egoismo:

Quante notti avvolgono interi Paesi e sono scese nei cuori! Chi uccide un uomo, uccide il mondo intero! Come uccidere un bambino, quel bambino, quella vita? Non possiamo mai abituarci a una sofferenza infinita, frutto della disumana, primitiva, temibile logica del più forte. È un mondo che accetta di nuovo come normale pensarsi l’uno contro l’altro o l’uno senza l’altro, che in modo dissennato non ha paura della forza inimmaginabile degli ordigni nucleari. Nel nostro mondo diventa normale l’uno sopra l’altro, gli uni contro gli altri, gli uni senza gli altri, e non crediamo più che siamo sulla stessa barca e che l’umanità deve porre fine alla guerra o la guerra porrà fine all’umanità

Nella logica della fede, ha sottolineato il card Zuppi:

Sento, sentiamo, allora la chiamata e la forza umanissima e possibile di essere discepoli di Gesù, operatori di pace in un mondo come questo, per difendere la vita sempre dal suo inizio alla fine, di tutti, senza distinzioni, rivestendo la persona sempre di dignità e cura.

Ha per questo esclamato:

Signore, manda me! Signore manda noi! Signore credo in te e nella forza della tua Parola e ti aiuto io! Signore Tu sei e io sono, come avviene nell’amore.

Prima del rinnovo della fede da parte di tutti i giovani, Zuppi ha fatto la sua:

Credo che tu sei la salvezza perché la vita non finisce e Tu ci prepari un posto nella tua casa del cielo.
Credo che la vita con Te, Signore, è gioia perché piena di amore e perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Credo Signore e non ho più paura della vita, non la tengo per me, non cerco una misura limitata perché il tuo amore è forza e la vita è sempre benedetta.

Infine ha rivolto un augurio che è allo stesso tempo un impegno:

Le nostre comunità diventino case di pace, piccole ma mai mediocri, grandi perché umili, libere perché legate dall’amore, capaci di lavorare gli uni per gli altri e di pensarsi insieme. Siamo pietre vive e l’attore sei sempre Tu.
Noi con Te diventiamo attori della vita vera, protagonisti perché servi

Condividi questa notizia e resta aggiornato iscrivendoti al canale della Chiesa di Verona.

Per vivere da lontano il Giubileo dei Giovani in tempo reale, segui il Centro di Pastorale Adolescenti e Giovani su Instagram.

condividi su