S. Giuseppe: l’esempio per chi opera per la Chiesa

Gli auguri del Vescovo alla Curia e agli universitari

È la figura di San Giuseppe il punto di riferimento affidato dal vescovo Domenico ai dipendenti e ai collaboratori della Curia. 

Nell’incontro annuale dedicato allo scambio degli auguri natalizi con gli uffici e i servizi della Chiesa di Verona, svoltosi lunedì 18 dicembre all’interno del Salone dei Vescovi dell’episcopio, mons. Pompili ha individuato proprio nella figura amorevole del falegname di Nazaret l’esempio «che ispira il nostro lavoro».

La riflessione ha preso spunto dal Vangelo del giorno (Mt 1,18-24), in cui San Giuseppe “uomo giusto”, venuto a conoscenza della gravidanza di Maria, sceglie di ripudiarla in segreto anziché accusarla pubblicamente, salvo poi cambiare prospettiva e prendere con sé la sua sposa dopo essere stato visitato dall’angelo del Signore.

L’augurio del Vescovo è stato quindi di riscoprire «il nostro lavoro quotidiano all’interno della Chiesa, sulla falsariga di Giuseppe, talvolta descritto come un vecchio rassegnato, mentre stando al testo biblico emerge una figura di amore che dovremmo incarnare anche noi».

«Lavorare con la Chiesa e per la Chiesa significa lavora in una realtà che ha una sua singolarità –  ha precisato Pompili – la chiesa non è un’azienda o una ong, ma ciò che essa fa diventa una rappresentazione di questo Mistero che nel Natale ci viene incontro». L’obbiettivo è di dare vita ad una Chiesa che sia «conforme alla realtà», il cui lavoro non stia semplicemente dentro la legge, ma che abbia un sussulto che vada oltre la legge, mettendoci del proprio come fece San Giuseppe, che scelse di non accusare pubblicamente Maria come previsto dalla norma del tempo.

In definitiva, prendendo spunto dalla paternità di San Giuseppe, la speranza è che la Chiesa possa «proteggere ed estendere la sua mano paterna verso il Bambino, che è l’umanità».

La S. Messa di Natale con gli universitari
Nel tardo pomeriggio il Vescovo Domenico ha presieduto anche la S. Messa natalizia con gli universitari, nella parrocchia di San Paolo in Campo Marzio. Nel corso dell’omelia, assieme all’umanità amorevole della figura di Giuseppe, ha rimarcato l’importanza di un dialogo costante tra scienza e fede, due realtà che necessitano di crescere in una costante tensione reciproca, perché no corrano il rischio di impoverirsi se ciascuna viene lasciata progredire autonomamente.

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