Il cammino di riassetto della Chiesa di Verona si focalizza sul Consiglio pastorale diocesano (Cpd). Nei prossimi giorni è previsto l’incontro tra il Vescovo Domenico, la commissione di riassetto diocesana, il collegio dei vicari foranei e i designati dell’erigendo Consiglio pastorale diocesano, per condividere una mattinata di riflessione in vista di un discernimento sulla costituzione del nuovo Consiglio.
Il Cpd ha concluso il suo mandato nel 2019, durante un processo di approfondimento sul cambiamento pastorale che siamo chiamati ad abitare e quindi anche sul ripensamento degli organismi pastorali di corresponsabilità. Dopo la pandemia, la Diocesi aveva tentato di ristrutturare l’assetto e la funzionalità di questo organismo di partecipazione, ma complici l’avvicendamento del Vescovo e alcuni intoppi burocratici il Cpd non è più stato istituito formalmente.
Anche per questo motivo, il ripensamento di quest’organo è stato inserito tra le priorità dell’opera di rinnovamento ecclesiale che il Vescovo ha affidato a mons. Ezio Falavegna.
Come già illustrato da mons. Pompili nella sua lettera pastorale Sul Silenzio, si tratta di «una ri-forma che, proprio a partire dall’esperienza del silenzio, interpella ciascuno di noi, ma anche in modo particolare la chiesa diocesana, le sue stesse strutture ed organizzazioni. Ci è chiesto di pronunciare parole responsabili tradotte in uno stile coerente con ciò che annunciamo: essenzialità (“non multa, sed multum”), profondità (“salus animarum, suprema lex”) e trasversalità, intesa come interazione tra periferia e centro, tra laici e pastori, tra vescovo, preti e diaconi, tra vita ecclesiale e vita religiosa maschile e femminile, tra missione e missioni. […] facendo sì che ogni azione pastorale non sia altro che una forma di servizio e di annuncio del Regno di Dio» (Sul silenzio 56-57).
