Ormai alla conclusione delle esperienze estive diocesane per ragazzi, condividiamo le riflessioni di un animatore: Giovanni Addis.
“Lasciate che i bambini vengano a me.” È con questo spirito che il Cpr ha aperto le porte dei suoi campi scuola nella suggestiva località dei Tracchi, offrendo ai più giovani un’esperienza indimenticabile di incontro vivo con Gesù.
Guidati da un celebre arciere in verde e dai suoi fidi aiutanti, i bambini si sono immersi in avventure mozzafiato. “Mi è piaciuto un sacco cercare le frecce d’oro durante la camminata,” racconta entusiasta Lorenzo, al suo primo campo scuola, testimoniando l’emozione vissuta. Per Giacomo, un ragazzo delle medie, il ricordo più bello è un altro: “La cosa più bella è stata essere tra i miei amici davanti al falò.”
L’amicizia e la relazione sono stati i veri protagonisti di queste prime settimane ai Tracchi, elementi che hanno colpito anche gli animatori. Federico, uno di loro, confessa: “Mi è piaciuta molto la relazione che si è creata tra noi animatori e con i ragazzi. Dopo pochissimo tempo passato insieme, sembrava ci conoscessimo già da mesi.”
Un messaggio profondo dietro ogni attività
Maria, membro dell’équipe del CPR e responsabile del primo campo Tracchi di quest’anno, ci svela il segreto del successo: ogni attività e momento della settimana è stato accuratamente pensato, inserito in una “linea fantastica” capace di veicolare non solo un messaggio pedagogico, ma soprattutto un messaggio spirituale.
“Quale messaggio pedagogico pensi di aver trasmesso ai ragazzi?”, le chiediamo. “Ho cercato di fargli capire che devono essere se stessi, senza paura di essere giudicati, perché solo così possono veramente crescere ed essere felici,” risponde Maria con convinzione.
La Speranza al centro di tutto
Chiediamo a Francesco, animatore con diversi campi alle spalle, in una breve pausa da una partita a pallavolo, quale particolare del messaggio teologico gli sia rimasto nel cuore. “Mi ha colpito molto la figura di Pietro, che ci ha accompagnato in questa settimana: che bello, così umano e così fragile, eppure così pieno di speranza.”
La speranza è, infatti, il tema portante dei campi scuola Tracchi 2025 e dell’anno giubilare in corso. Ma cosa significa “speranza” per un bambino? Matteo, un vivace bambino di quarta elementare che ha appena concluso la sua settimana, ci regala una definizione disarmante e meravigliosa: “Per me la speranza è sapere che dietro la finestra chiusa della sala da pranzo c’è qualcuno che sta preparando la merenda anche per me.”
Davanti a questi visi sorridenti, è impossibile non tornare bambini, pronti per vivere altre avventure insieme a Robin Hood e i suoi compagni.
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