Isola della Scala | 16 maggio 2026

Assemblea diocesana 2026

"Fate attenzione a quello che ascoltate"

“Fate attenzione a quello che ascoltate”: questo versetto del Vangelo secondo Marco farà da sfondo al percorso dell’Assemblea diocesana della Chiesa di Verona, che vivrà il momento centrale sabato 16 maggio 2026 a Isola della Scala.

Così spiega il vescovo, mons. Domenico Pompili:

«La Chiesa non è una appartenenza a bassa intensità dove ognuno va per la propria strada, ma è una “compagnia” che si ingrossa cammin facendo, grazie all’apporto di tutte e di tutti. Si impara a “camminare insieme” quando ci si ascolta davvero e si decide insieme sulle questioni che riguardano le comunità». Aggiunge Pompili annunciando il senso questo momento: «Non vogliamo un’altra Chiesa, ma una Chiesa diversa, secondo quell’intuizione della Evangelii gaudium per la quale si tratta di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così” per essere audaci e creativi per ripensare comunitariamente obiettivi, strutture, stile, metodi e mezzi».

L’orizzonte e le coordinate

Questa Assemblea è la risposta concreta della Diocesi di Verona a un movimento ecclesiale più ampio, come dimostra il Cammino sinodale delle Chiese in Italia, e alla passione evangelica di tanti che avvertono l’urgenza di ripensare insieme, di discernere sinodalmente, il modo di annunciare e di testimoniare Cristo nel nostro tempo.

Le coordinate vengono dal Documento finale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia – che ha individuato tre passaggi di conversione: personale, comunitaria, strutturale – e da quanto indicato dal vescovo Domenico Pompili, che ha individuato tre limiti che rallentano – la congestione spirituale e pastorale; la superficialità nei rapporti con Dio, con gli altri e con la storia; l’autoreferenzialità – e tre atteggiamenti per attraversarli e per progettare il futuro: l’essenzialità ovvero dal “fare tutto” al “fare l’essenziale”; la profondità intesa come ascolto non giudicante delle vite; la reciprocità cioè condividere i carismi.

Le tappe del percorso e le persone coinvolte

Il percorso ha diverse tappe e prevede il coinvolgimento di molte persone.

  • Tra settembre e dicembre 2025 si è costituito un Gruppo di lavoro che ha individuato un’urgenza – il rinnovare i percorsi di iniziazione cristiana, cioè tutte le iniziative, i linguaggi e le prassi con le quali la Chiesa “fa entrare” le persone nella fede e nel discepolato del Signore Gesù – e preparato le schede di lavoro;
  • il periodo di Avvento-Natale 2025 è caratterizzato dall’individuazione di 200 delegati per ogni Vicaria, secondo i criteri di rappresentatività, partecipazione e competenza; la celebrazione di chiusura diocesana del Giubileo (domenica 28 dicembre alle 16 in Cattedrale) segnerà ufficialmente l’apertura del percorso dell’Assemblea;
  • tra gennaio e febbraio 2026 si svolgeranno le due Assemblee vicariali che porteranno i delegati a confrontarsi sui temi dell’essenzialità e della reciprocità, in uno stile di profondità;
  • nelle serate del 12-13-14 marzo saranno proposti gli esercizi spirituali al popolo di Dio predicati dal card. José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione;
  • sabato 16 maggio 2026 a Isola della Scala si terrà l’Assemblea diocesana nella quale si ritroveranno una numerosa rappresentanza della Chiesa di Verona – i delegati delle Assemblee vicariali, il Consiglio pastorale diocesano, i presbiteri e i diaconi, chi ha un servizio in Curia e altre persone cooptate per categorie o significatività – alla quale il vescovo Pompili presenterà una sintesi dei contenuti emersi nelle Assemblee vicariali per individuare insieme le priorità pastorali da attuare;
  • dopo il momento comune di rendimento di grazie nella Veglia diocesana di Pentecoste (23 maggio), sarà il tempo della recezione del percorso dell’Assemblea nella vita ordinaria della Diocesi.

Il metodo dell’Assemblea

Il metodo utilizzato, sia per il momento vicariale che per quello diocesano, sarà la conversazione spirituale, già utilizzata nel Sinodo nazionale.

Spiega mons. Pompili:

«È semplice e rivoluzionaria al contempo. Non è una tecnica da esperti, ma un modo di stare insieme che i primi cristiani praticavano naturalmente e che cambia radicalmente il nostro modo di riunirci. La conversazione spirituale non parte da “cosa dobbiamo fare”, ma da “cosa lo Spirito ci sta dicendo attraverso le nostre esperienze”. Ci serve il silenzio; ci serve la risonanza; ci serve la disponibilità di prendere la parola senza giudizio, per giungere a un consenso e non a una uniformità che appiattisce le differenze. In tal modo, la conversazione spirituale ridà voce a chi di solito tace, supera le polarizzazioni, fa emergere una saggezza che nessuno possedeva da solo, genera decisioni che tutti possono sostenere, crea vera comunità».

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