Isola della Scala | 16 maggio 2026

Perchè l’Assemblea?

Assemblea diocesana "Fate attenzione a quello che ascoltate"

Ascoltare, ascoltarsi e decidere insieme
L’Assemblea diocesana nasce dal desiderio di vivere una Chiesa autenticamente ospitale, missionaria e contemporanea, ma è anche un frutto del Cammino Sinodale delle Chiese in Italia (2021-2025).

 

Il Documento di sintesi nazionale Lievito di pace e di speranza indica l’Assemblea diocesana come strumento essenziale attraverso cui la comunità ecclesiale impara ad ascoltare, ad ascoltarsi e a decidere insieme, diventando quel «piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità» capace di fermentare la pasta del mondo, così come affermato da papa Leone XIV.

L’Assemblea del 16 maggio non è un evento isolato, ma la risposta concreta della nostra Diocesi a un movimento ecclesiale più ampio. Essa prende forma dalla passione evangelica che anima molte donne e uomini delle nostre comunità, che avvertono l’urgenza di ripensare insieme il modo di annunciare e di testimoniare Cristo nostro tempo.

Discernere comunitariamente

Si tratta di un passaggio qualitativo: dall’essere Chiesa che organizza attività, all’essere Chiesa che discerne comunitariamente le scelte pastorali necessarie alla missione, in una logica autenticamente sinodale nella quale tutte le voci del popolo di Dio contribuiscono al cammino comune.

La sinodalità è uno stile

Il passaggio qualitativo richiesto si può fare solo insieme, cioè in modo “sinodale” (syn = insieme odòs = cammino). La sinodalità non è solo una tecnica per fare le cose né una facile retorica per lasciare tutto così com’è. È uno stile profondo che tocca il nostro modo di essere, di vivere i legami e di stare in comunità.

In un mondo di diseguaglianze e solitudini, questo è già Vangelo

Significa che attorno a Gesù:

  • le differenze diventano ricchezze, perché insieme ci completiamo e ci apriamo;
  • le energie si moltiplicano, perché le mettiamo insieme;
  • la responsabilità non è di uno solo, ma riguarda tutte e tutti.

Ecco: in un mondo di disuguaglianze, battitori liberi e solitudini, questo è già Vangelo.

Ci viene dunque chiesto di cambiare mentalità, passando dal “fare” cose insieme a “pensare” e decidere insieme le cose da fare. Ci viene chiesto anche di convertire il rapporto fra autorità e partecipazione, evitando polarizzazioni su una sola figura, ma anche polverizzazioni in un caleidoscopio di opinioni e di prassi arbitrarie.

 

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