Nella solennità dell’Assunzione di Maria, il vescovo Domenico Pompili ha presieduto la Messa nella cattedrale di Verona insieme al Capitolo dei canonici.
Nell’omelia, partendo dalla prima lettura ha affermato che “la visione dell’Apocalisse evoca in modo simbolico il destino dell’umanità, alludendo ad una donna che sta per diventare madre“.
Ha evidenziato che la relazione vera tra uomo e donna sta solo nella reciprocità: “Se la complementarietà è all’insegna della divisione, la reciprocità è all’insegna dell’indissolubilità di ciò che è unito. I diversi non si contrappongono, né si fondono, ma restano in tensione, mai l’uno senza l’altro. Ed è proprio questa tensione che rende la vita dinamica, feconda e creativa“.
Questo porta con se, secondo mons. Pompili, due conseguenze. La prima è riconoscere che il femminile è differente (alter) ma non alieno (aliud) fuggendo quindi “sia la perversione della complementarietà dominatrice sia il rifiuto della differenza, in nome di una neutralità che è l’effetto di una mancata custodia del nesso irrinunciabile tra maschile e femminile“. La seconda è l’imboccare la strada dell’ospitalità che respinge “ogni forma di intolleranza e di violenza”.
Infine il Vescovo ha proposto questa domanda: “Che mondo sarebbe se provassimo a immaginare che la differenza di potere e di autonomia non porta dominio, ma alleanza?”
Per leggere l’omelia completa scarica qui.
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