Le coordinate che offrono l’orizzonte all’Assemblea vengono dal Cammino sinodale delle Chiese in Italia e dalle indicazioni del vescovo Domenico Pompili.
a. Le coordinate secondo il Documento Sinodale
Il Sinodo delle Chiese che sono in Italia chiede passaggi di conversione che toccano tre livelli:
1. La dimensione personale
Il Sinodo chiede a ogni battezzata/o un cambio di mentalità. Si tratta di distinguere ciò che è irrinunciabile nella missione della Chiesa da ciò che invece è periferico e di passare dai “sogni” alla realtà, da ciò che “ci piacerebbe” a ciò che oggi serve al Vangelo. La Comunità cambia se ciascuna/o di noi cambia.
2. La dimensione comunitaria
La formazione è l’opera continua, con cui persone e comunità crescono nell’adesione al Vangelo. Nessuna trasformazione senza formazione condivisa.
3. La dimensione strutturale
Esprime l’esigenza non più procrastinabile di costruire uno stile ecclesiale caratterizzato da corresponsabilità e compartecipazione, così che i doni e i carismi distribuiti a tutti dallo Spirito siano realmente posti a servizio dell’unica missione, superando forme di esercizio ancora monocratiche e clericali.
b. Le coordinate secondo il vescovo Domenico
Il vescovo Domenico Pompili ha individuato tre limiti che in qualche modo rallentano il passo delle comunità: il limite della congestione spirituale e pastorale (lettera pastorale Sul silenzio); il limite della superficialità nei rapporti con Dio, con gli altri e con la storia (lettera pastorale Sulla luce); il limite dell’autoreferenzialità che perde di vista il senso di esistere e di agire come una Comunità che cammina insieme (lettera pastorale Sul limite).
Questi limiti possono essere attraversati e diventare soglie (anziché muri) mediante tre atteggiamenti che diventano anche criteri di discernimento per leggere il presente e per progettare il futuro della nostra Chiesa locale:
1. Essenzialità
Dal “fare tutto” al “fare l’essenziale”. L’essenzialità non è riduzione quantitativa delle tante attività né impoverimento della vita ecclesiale. Si tratta piuttosto di una concentrazione sapiente su ciò che è irrinunciabile e fondamentale nella missione della Chiesa, cioè annunciare il Vangelo, testimoniare la fede e far fiorire le vite. Una Chiesa essenziale ci fa anche riscoprire il legame che ci fa sorelle e fratelli in Cristo.
2. Profondità
L’ascolto non giudicante delle vite. Profondità è ascolto non giudicante. Vuol dire rallentare e fare attenzione alle persone e alle loro storie; andare oltre l’immediatamente consumabile, la superficiale apparenza, il facilmente classificabile; prendersi il tempo della relazione vera che accoglie.
3. Reciprocità
Condividere carismi. Reciprocità vuol dire mettere in comune i doni, secondo diversi ruoli e situazioni. Si tratta di riconfigurare coraggiosamente le strutture ecclesiali che gravitano attorno alla Parola e alla vita sacramentale.
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