Nelle due Assemblee vicariali i delegati lavorano su altrettante schede, legate a due atteggiamenti individuati dal Vescovo – essenzialità e reciprocità – mentre il terzo – la profondità – rimane come stile del lavoro.
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La scheda sull’essenzialità
Si concentra sul primo limite segnalato dal Vescovo ovvero che abbiamo una pastorale “ingombrante”, sempre a rischio di efficientismo. La scheda presenta due passaggi:
- in prima battuta chiede a ciascun delegato di raccontare un’esperienza che ritiene importante e che ha vissuto come determinante nel proprio cammino di fede. Questa richiesta ha due scopi:
1) Creare un clima di condivisione e conoscenza (è la prima volta che i delegati si incontrano);
2) Individuare nell’esperienza raccontata – importante e determinante – ciò che l’ha resa rende tale (essenziale). In questo modo i delegati non avranno bisogno di definizioni teoriche dell’essenzialità, ma la comprenderanno a partire dal loro stesso percorso di fede e ascoltando le esperienze raccontate dagli altri;
- in seconda battuta, la scheda presenta la domanda vera e propria sulla quale ci si confronta con il metodo della conversazione nello Spirito: avendo esperienza di ciò che è “essenziale” (racconto), i delegati proveranno a dare un “peso specifico” alle varie proposte pastorali vissute nella propria Comunità chiedendosi quali sono centrali e decisive, quali più periferiche e marginali.
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La scheda sulla reciprocità
Si concentra sul terzo limite segnalato dal vescovo Domenico ovvero il rischio di perdere di vista che la Comunità cristiana vive ed agisce come una Comunità che cammina insieme (compartecipazione e corresponsabilità). La scheda pone due domande:
- la prima domanda chiede ai delegati, a partire dalla loro esperienza, lo sforzo di individuare e “chiamare per nome” gli elementi che favoriscono la collaborazione e la corresponsabilità e quelli che invece la rendono complicata e rigida;
- la seconda domanda ha lo scopo di stimolare la creatività pastorale di cui parla il Documento Sinodale al numero 72: «Le Chiese locali sono chiamate a rispondere con creatività e coraggio ai bisogni della missione, discernendo tra i carismi alcuni che è opportuno prendano una forma ministeriale, dotandosi di criteri, strumenti e procedure adeguate». Si tratta del tema delle nuove ministerialità che, sull’esempio di At 6,1-6, rappresentano la risposta della Comunità cristiana ai nuovi bisogni che vanno emergendo in questo nostro tempo.
N.B. Le nuove ministerialità riguardano anche il territorio in cui la Comunità cristiana è inserita e riguardano in particolare i diversi ambiti di vita, in particolare il livello politico, sociale e culturale (Documento sinodale n. 65). Data la vastità delle questioni implicate, si è scelto di rimandare il tema della Comunità in rapporto al territorio ad ulteriori occasioni di confronto.
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