In occasione della Celebrazione Eucaristica al santuario della Madonna del Carmelo (San Felice del Benaco) il vescovo Domenico Pompili ha parlato della preghiera come ciò che – solamente – può scongiurare l’odio, le tensioni sociali e la guerra.
Commentando le letture domenicali con il brano dell’insegnamento di Gesù sulla preghiera, e in particolare sul padre nostro, nel Vangelo secondo Luca ha detto:
«Tutto si regge sull’invocazione iniziale: “Padre”, anzi “Abbà”. Pregare è ritrovare questa certezza affettiva che fa sentire ‘figli’ e non ‘gettati’ in questo mondo. Sentirsi figli è la grande avventura della vita. Fuori di essa c’è solo la vertigine di sentirsi nostro malgrado in un mondo privo di senso ed esposto alla violenza più gratuita. Pregare è avere questa sicurezza che tutto si tiene e per questo la preghiera rende concreti come dimostra il fatto che i più attivi siano spesso i più contemplativi».
Ha quindi aggiunto il Vescovo, davanti ai tanti fedeli raccolti nel Santuario:
«La preghiera allarga il cuore all’altro, con il quale si chiede di cercare insieme il pane, di invocare l’un l’altro il perdono, di evitare la tentazione fatale. La preghiera quando è autentica non chiude in una solitudine narcisistica, ma apre alla dimensione del mondo, rendendoci più avvertiti dei bisogni di tutti. Sarà per questo che il rarefarsi della preghiera abbia accresciuto l’odio e la tensione sociale? In questi giorni di dolore e di morte, in un mondo impazzito non solo nella Striscia di Gaza, ma anche in Europa, in Thailandia/Cambogia come nel Congo, occorrerà esercitarsi nella preghiera per riscoprirsi fratelli. L’alternativa drammatica è solo la guerra fratricida».
Ha concluso mons. Pompili:
«La preghiera allena il nostro desiderio, innalzandolo verso l’alto e non saziandolo in basso. Dio, infatti, non si limita ad accontentare ogni nostra richiesta, anzi spesso delude le nostre attese. Ma ciò non significa che Dio ci abbandoni, anzi ci costringe ad alzare la posta in gioco, a non accontentarci, a spingerci sempre “oltre”, garantendo lo Spirito Santo, cioè la forza di amore, in grado di affrontare il mondo con le sue contraddizioni e le sue insidie. A tal proposito, il patriarca latino di Gerusalemme, Pizzaballa e il patriarca Teofilo III, dopo la recente visita nella martoriata Striscia di Gaza hanno scritto:
“È tempo di porre fine a questa follia, di fermare la guerra e mettere il bene comune delle persone come priorità assoluta. Preghiamo — e invochiamo — la liberazione di tutti coloro a cui è negata la libertà, il ritorno dei dispersi e degli ostaggi, e la guarigione delle famiglie provate su tutti i fronti. Quando questa guerra sarà finita, ci attenderà un lungo cammino per avviare un processo di guarigione e riconciliazione tra il Popolo Palestinese e il Popolo Israeliano, per le troppe ferite che questo conflitto ha inflitto alle vite di troppi: una riconciliazione autentica, dolorosa e coraggiosa. Non dimenticare, ma perdonare. Non cancellare le ferite, ma trasformarle in sapienza. Solo un simile cammino potrà rendere possibile la pace — non solo politicamente, ma anche umanamente”.
La Madonna del Carmelo interceda per Gaza, per Israele e per la Palestina, per il mondo intero».
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