Sono circa 1.200 i veronesi che partecipano al Giubileo dei Giovani (28 luglio – 3 agosto) secondo le varie modalità proposte dalla Pastorale giovanile diocesana. Compongono così il grande gruppo degli italiani: circa 70mila giovani, accompagnati da animatori, educatori, religiosi, sacerdoti e 120 vescovi, tra cui mons. Domenico Pompili.
Il calendario ufficiale prevede la Messa di benvenuto in piazza San Pietro il 29 luglio presieduta dal pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione mons. Rino Fisichella, venerdì 1° agosto sarà giornata penitenziale con la possibilità di vivere il sacramento della Riconciliazione presso il Circo Massimo dalle 10.30 alle 18 con 1.000 sacerdoti e dieci lingue diverse disponibili; sabato 2 agosto presso Tor Vergata pomeriggio di festa e testimonianza che si conclude alle 20.30 con la Veglia di preghiera con papa Leone XIV animata dal Coro della Diocesi di Roma diretto da Marco Frisina e con le domande di tre giovani su amicizia, coraggio e spiritualità; domenica 3 agosto il Santo Padre presiede la Messa conclusiva alle 9.00.
I veronesi vivranno, inoltre, alcuni momenti dedicati: lunedì 28, Messa e festa di benvenuto a “Casa Verona”, nella parrocchia di San Filippo Neri a Collefiorito di Guidonia, martedì 29 una catechesi in preparazione al Passaggio della Porta Santa, previsto per il pomeriggio stesso, sabato 2 la Messa che vedrà riuniti tutti i gruppi veronesi, anche dei pacchetti speciali, e presieduta dal vescovo Domenico, che sarà presente già dalla mattina di martedì 29.
Prenderanno parte, poi, ad alcuni momenti particolari pensati per gli italiani:
- nell’intera giornata del 30 luglio e nella mattinata del 31 luglio in 12 chiese di Roma le “12 parole per dire speranza” ovvero coraggio, soglia, riscatto, abito, responsabilità, coscienza, senso e consenso, scoperta, promessa, popolo, gioia piena, abbraccio. Appuntamenti di dialogo tra cultura, giovani e fede;
- dal 28 al 1° agosto, le “esperienze di prossimità“, iniziative di servizio in diversi luoghi della Capitale per vivere la speranza non come concetto astratto, ma come gesto concreto: si tratta di mense, case per donne con bambini, centri di accoglienza per minori e per senza fissa dimora, centri diurni per malati, anziani e persone con disabilità, carceri minorili;
- il 31 luglio alle 19.00 in piazza San Pietro l’appuntamento “Tu sei Pietro” ovvero la Professione di fede degli italiani, presieduta dal Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI; dalle 18.00 la preparazione con un itinerario personale e comunitario curato da Paolo Logli che, attraverso note e parole, aiuta a riscoprire l’attualità della figura dell’apostolo Pietro, grazie alla voce di Giorgio Pasotto, le note dell’Orchestra giovanile dei conservatori italiani diretta dal maestro Leonardo De Amicis, l’intervento di Luca Violini e le testimonianze di don Antonio Loffredo, già parroco del Rione Sanità che ha investito sui giovani e sulla loro capacità di riscatto sociale, di Laura Lucchin, la mamma di Sammy Basso, e di Nicolò Govoni, scrittore e fondatore di “Still I Rise”, un’organizzazione umanitaria in prima linea per l’educazione di bambini profughi e vulnerabili in varie aree del mondo; i tutto intervallato da alcuni brani eseguiti da Amara, Mr Rain, Pierdavide Carone e Mimì. Ancor prima, dalle 16.30, l’animazione musicale dei Neri per Caso e diversi giovani emergenti del panorama nazionale, tra cui Lara Dei e Samuel Pietrasanta;
- venerdì 1° agosto dalle 17.00 alle 19.00, al Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II , il momento di spiritualità interreligioso “Parole di speranza per l’umanità” con la partecipazione dei giovani del Tavolo Interreligioso costituito presso la CEI.
“Andare a Roma per vivere un Giubileo – sottolinea don Riccardo Pincerato, responsabile del Snpg – è un’esperienza che accade, salvo eccezioni, solo ogni venticinque anni. E moltissimi giovani italiani hanno deciso di cogliere questa occasione unica: alcuni spinti dalla curiosità suscitata dai racconti del Giubileo del 2000, altri rispondendo all’invito di un educatore, di un prete o di un amico, altri ancora mossi dal desiderio profondo di vivere un tempo di fede, di riflessione e di ricerca personale. Saranno tutti pellegrini di speranza, in un tempo complesso e pieno di fatiche, per incontrare il volto della riconciliazione, attraversare la Porta Santa e professare insieme la propria fede. Ognuno potrà scoprire che chi gli cammina accanto può diventare fratello, sorella, compagno di umanità. Così, passo dopo passo, si potrà iniziare a costruire un mondo nuovo, fatto di sguardi che si incrociano e mani che si tendono”.