Isola della Scala | 16 maggio 2026

Come si svolge l’Assemblea?

Assemblea diocesana "Fate attenzione a quello che ascoltate"

Nelle Assemblee vicariali e nell’Assemblea diocesana 2026 verrà utilizzato il metodo della conversazione spirituale, di cui esplicitiamo i passaggi e i criteri fondamentali.

 

A. Il lavoro nel gruppo

Ogni gruppo sarà composto da circa dieci persone, chiamate a intervenire a più riprese. Tra queste vengono individuate alcune figure:

  • Facilitatore/facilitatrice: guida lo scambio e prepara la sintesi;
  • Custode del tempo: tiene i tempi indicati per ogni fase;
  • Segretario/a: verbalizza in modo ordinato gli interventi ed evidenzia richiami, assonanze, elementi che ritornano. Permette al Facilitatore di essere più libero nella gestione del Gruppo.

Consiglio importante: tutte le persone del gruppo, per quanto possibile, dovrebbero appuntarsi gli interventi delle altre, perché ciò consente di intervenire con più precisione nella ripresa di ciò che emerge e consente anche una sintesi realmente condivisa.

Il ruolo del facilitatore

Il facilitatore non è il “capo” del gruppo, e nemmeno un relatore che deve spiegare contenuti. È una guida silenziosa che accompagna il gruppo nel processo di discernimento.
Il suo compito è:

  • Accoglienza: creare un clima di fiducia e di ascolto reciproco;
  • Neutralità rispettosa: non imporre le proprie opinioni, ma valorizzare tutti i contributi;
  • Custodia del metodo: far rispettare i tempi e le regole della conversazione spirituale. In caso, segnalare quando qualcuno sta confondendo i momenti o saltando i vari passaggi;
  • Equilibrio nella sintesi: aiutare il gruppo a far emergere i punti condivisi, senza forzare il consenso.

Il facilitatore serve il gruppo, non lo dirige.

 

B. I momenti del metodo

Una volta individuate le persone con compiti particolari, il gruppo può procedere con il lavoro sulle schede, con questa scansione:

  • Lettura e riflessione personale

Ogni partecipante legge in silenzio la scheda di lavoro e riflette personalmente sulla domanda proposta, annotandosi i pensieri. Fissare la propria risposta offre quella tranquillità necessaria per concentrarsi su ciò che racconteranno gli altri membri del gruppo.

  • Primo giro di condivisione

A turno, ogni persona risponde alla domanda. Gli altri ascoltano in silenzio, senza interrompere e senza commentare. Non è un dibattito, ma una condivisione di esperienze. Chi parla non deve convincere gli altri, ma testimoniare con sincerità il proprio vissuto

  • Riflessione silenziosa

Dopo che tutti hanno parlato, si torna al silenzio e si ragiona sugli effetti che hanno fatto le parole altrui: risonanze, conferme, novità, attrito.

  • Secondo giro di condivisione

A turno, ogni persona condivide brevemente ciò che l’ha colpita nelle parole degli altri.

  • Sintesi

Il facilitatore, con l’aiuto del gruppo, elabora una breve sintesi sui punti principali emersi nella conversazione. La sintesi è il cuore del lavoro. Per formularla, si faccia in modo che emergano questi elementi:

  • Ciò che promuove il positivo delle nostre comunità;
  • Ciò che ostacola la maturazione nella fede;
  • Proposte concrete: quali passi concreti il gruppo suggerisce per il futuro?

Consiglio importantePer una buona sintesi occorre tener conto che deve essere breve (circa una pagina) e condivisa da tutto il gruppo (per questo è importante che ogni partecipante abbia annotato gli elementi emersi dalle altre persone). In pratica, si tratta di individuare insieme ciò attorno a cui il gruppo ha trovato una convergenza, una risonanza, un’urgenza.

Essa, dunque, non è il verbale che registra tutto ciò che è stato detto né il risultato di uno sforzo di armonizzazione a tutti i costi, ma il riporto fedele di ciò che si è progressivamente materializzato come condiviso durante il confronto.

Una buona sintesi, in pratica, dovrà essere:

  • il frutto di un lavoro comune, per cui è importante salvaguardare il tempo perché il facilitatore possa proporla e perché si possa discuterla insieme;
  • libera nella critica: lo stile sia franco, senza timore di evidenziare difficoltà e limiti;
  • propositiva: dovrà includere proposte concrete, non solo analisi;
  • breve: massimo una pagina per scheda.

N.B. Al termine del lavoro in Assemblea, le sintesi sono raccolte attraverso un form predisposto dal Servizio Comunicazione

 

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