L’invito del Maestro è di essere vigilanti

Messa al Pestrino per la tutela dei minori

Venerdì della XXXII per annum – Messa al Pestrino per la tutela minori
(Sap 13,1-9; Sal 19; Lc 17,26-37)
Monastero Beata Vergine Maria Addolorata al Pestrino in Verona, venerdì 14 novembre 2025

         “Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo… Come avvenne anche nei giorni di Lot”. Quando l’evangelista Luca scrive il suo vangelo, dopo gli avvenimenti della morte e resurrezione di Gesù, si erano succedute già due generazioni di cristiani senza che si realizzasse quel cambiamento, sognato dai circoli apocalittici che calcolavano il tempo della venuta del Figlio dell’uomo sulla base di segni straordinari: guerre, pestilenze, carestie… La speranza e l’attesa si erano così attenuate e la comunità cristiana rischiava di cadere in una routine monotona e rassegnata. Luca mette in scena un futuro che ora ha il volto di Gesù, il Figlio dell’uomo umiliato nella morte ed esaltato da Dio con la resurrezione. Così da un lato viene sfatata l’idea di una esperienza immediata e risolutiva e, dall’altro, viene abbandonata la speculazione fantastica. Ciò che conta è ora restare all’erta, attenti e pronti per il giudizio definitivo.

L’invito del Maestro è di essere vigilanti. Il che vuol dire due cose: evitare di fare come quelli al tempo di Noè che non si misero in salvo perché distratti dalla quotidianità che non lascia spazio alcuno alla riflessione e alla consapevolezza. E, in secondo luogo,  come nel caso della moglie di Lot che voltandosi indietro fu ridotta ad una statua di sale. Avere consapevolezza e tener conto delle conseguenze delle nostre scelte è quantomai importante per vivere non da sonnambuli, ma da protagonisti. Il rischio oggi è quello della mimesis, cioè di imitare pedissequamente quel che fan tutti senza accorgersi di quello che succede e di quello che combiniamo. Anche nel campo delle relazioni umane il pericolo incombente è quello di non interrogarsi sulla loro qualità che può essere all’insegna del rispetto e della reciprocità oppure segnata dalla violenza e dall’abuso fisico o psicologico. Nel campo educativo tenere alta l’attenzione sui rapporti coi minori è dirimente. Questi sono il fine di una singolare cura che punta alla loro crescita integrale e armonica. Un autore del IV secolo, di nome Macario, paragonava il gregge delle pecore alla folla della gente. Le pecore sembrano tutte uguali e anche le persone, ma dentro al loro cuore alcuni sono pecore, altri lupi. Adesso non si distinguono, ma se si fa attenzione al loro rapporto con Cristo si comprende chi è lupo e chi agnello. Oggi siamo tutti interessati ad educare in trasparenza e, nel contempo, ad ascoltare segnalazioni di presunti abusi sui minori. È da questa duplice attenzione che nasce la possibilità di avvicinarsi alle vittime e allontanare i colpevoli, non senza elevare a Dio la preghiera per la quale mai più ci sia chi scandalizza le sorelle e i fratelli più piccoli. L’obiettivo resta sempre lo stesso, così come formulato da papa Francesco: “l’obiettivo della Chiesa sarà, dunque, quello di ascoltare, tutelare, proteggere e curare i minori abusati, sfruttati e dimenticati, ovunque essi siano”.

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