Missionari di speranza tra le genti – GMM 2025 a Verona
Cattedrale di Verona, domenica 26 ottobre 2025
“La terra produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga” (Mc 4,28). Siamo troppo abituati a concentrarci sul chicco di grano, da dimenticare che è la terra ciò che decide dello sviluppo del seme. La terra, che è un ecosistema irrinunciabile, è l’immagine di Dio da cui dipende il fiorire della vita di ciascuno di noi. Da Dio occorre sempre ripartire per ritrovare quell’entusiasmo che mette in condizione di partire per la missione. Così la Chiesa la pensa, stando a quanto afferma la Gaudium et Spes: “Il futuro dell’umanità sia riposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza” (GS, 31). Tale auspicio descrive il rapporto della Chiesa nel mondo contemporaneo e definisce così la prospettiva giusta per intendere cosa è la missione. Di fatto la Chiesa ha ritrovato lo slancio missionario delle origini proprio quando l’Europa dilaniata dai conflitti religiosi prendeva lentamente congedo da essa. Anche a Verona – che è una delle capitali della missione – la maturazione della fede cristiana ha avvertito sempre più chiaramente il nesso tra “ragioni di vita e di speranza”. Qui da noi, a partire da alcune figure-chiave – e ne cito solo qualcuna come Maddalena di Canossa (1774-1835), come Gaspare Bertoni (1777-1853), come Nicola Mazza (1790-1865) – si è compreso che il Vangelo non è ancora per la vita eterna, ma è già tale da plasmare ed orientare questa nostra umanità.
La missione nasce sempre da un incontro. Non è una semplice volontà di fare il bene e neanche soltanto un desiderio di voler umanizzare il mondo. Ciò da cui tutto si sprigiona è l’aver sperimentato nella persona di Gesù Cristo, in particolare nella sua vicenda personale di morte e di resurrezione, il segreto per una rinascita dell’esistenza umana. Non a caso, i missionari e le missionarie che oggi partiranno da qui recano con sé il Crocefisso. Non vanno via da qui a portare sé stessi o per conto terzi. Vanno per annunciare il Vangelo che incrocia cielo e terra, corpo e anima, vita terrena e vita eterna e ha una destinazione chiara sin dai tempi del grande Isaia (61,1-3): “Lo spirito del Signore Dio è su di me, / perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; / mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, / a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, / a proclamare la libertà degli schiavi, / la scarcerazione dei prigionieri”. Dopo 2.000 anni la missione non cambia e si esprime nella forma di cui ha parlato papa Leone XIV ai Movimenti popolari: «Come Vescovo in Perù, sono felice di aver sperimentato una Chiesa che accompagna le persone nei loro dolori, nelle loro gioie, nelle loro lotte e nelle loro speranze». Questo è quanto vogliamo vivere come Chiesa qui a Verona e da Verona in giro per il mondo.
Siate missionari di speranza tra le genti! E il vostro impegno generoso e disinteressato sia un pungolo per questa Chiesa veronese a non riposare sugli allori della Verona fedele che fu, ma di aprirsi sempre alle grandi questioni del mondo che reclamano vita e speranza.
