Martedì 5 MARZO

Africa e Piano Mattei ai Martedì del mondo

L'approfondimento presso i missionari comboniani

Fondi per 5,5 miliardi di euro; progetti pilota in nove paesi; cinque campi di azione – istruzione, agricoltura, salute, energia, acqua -, una cabina di regia guidata da Palazzo Chigi. Sono le coordinate di base del Piano Mattei per l’Africa che l’Italia ha approvato a novembre e lanciato a fine gennaio dopo mesi di voci, indiscrezioni e polemiche. Quanto appena citato è quello che c’è. Quello che è mancato e manca non sembra essere meno rilevante però, e già lascia intravedere quali potranno essere le criticità di questa iniziativa. Non c’è stato a esempio, a livello di elaborazione, il coinvolgimento di cooperazione internazionale allo sviluppo e società civili africana e italiana.

Dell’Africa poi è mancata anche la politica, come a Roma ha fatto notare in modo chiaro il commissario dell’Unione Africana, Moussa Faki. E poi non ci sono risorse aggiuntive – si prendono dal Fondo per il clima e dalla cooperazione di cui sopra – e sembra scarseggiare anche l’attenzione alla transizione energetica che dovrebbe informare tutte le politiche italiane ed europee. A maggior ragione se rivolte verso quei paesi che più di tutti stanno soffrendo gli effetti della crisi climatica, di cui però sono responsabili solo in una parte infinitesimale.

Tutti temi, questi, che saranno discussi martedì 5 marzo nell’ambito di un nuovo incontro del ciclo I martedì del mondo.
L’appuntamento è alle ore 20:45 nella sala Africa dei missionari comboniani di Verona in Vicolo Pozzo.

Moderati da Brando Ricci, giornalista di Nigrizia, a parlare di insidie e potenzialità del Piano Mattei saranno Abderrahmane Amajoun, attivista della diaspora ed esperto di transizione energetica e Silvia Stilli, presidente dell’Associazione delle Organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (AOI).

 

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