“Cambia la realtà solo chi si sottrae alla violenza” – Cresime (Garda, Borgonuovo e Madonna della Fraternità)

VII domenica del tempo ordinario 2025

Allegato: Cresime-VII domenica del tempo ordinario 2025

VII domenica del tempo ordinario 2025 (cresime)
(1 Sam 26,2.7-9.12-13.22-23; Sal 103; 1 Cor 15,45-49; Lc 6,27-38)
Chiesa di Borgonuovo in Verona, sabato 22 febbraio 2025
Garda e chiesa della Madonna della Fraternità in Verona, domenica 23 febbraio 2025

Amate i vostri nemici”. Non avete capito male. L’amore del nemico e non di un nemico qualsiasi, ma del “nostro” nemico è il cuore del vangelo di Gesù. Tale amore impossibile umanamente fa la differenza tra il cristiano e il mondo perché svela il vero volto di Dio e l’autentico senso della vita. Distruttività e aggressione, ostilità e paura dominano, in effetti, relazioni e situazioni della vita personale e sociale. Basta registrare il livello della violenza delle parole, delle canzoni, delle dichiarazioni per accorgersi che siamo sotto questo pugno di ferro che suscita odio e tende a moltiplicarlo. Gesù prende posizione e afferma tutto il contrario del buon senso: “Fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male”. Questo mondo non mi renderà cattivo, titola una recente serie Tv su Netflix. Non lasciarsi abbruttire dal mondo, non incattivirsi, rispondere al male con il bene, questo è un esercizio costante di umanità, come ha fatto Davide che non ammazza Saul e come ha vissuto Gesù che perdona, perfino dalla croce. Davvero, come recita un detto rabbinico, “il più grande eroe è colui che trasforma il suo nemico nel suo amico”. Ma come si fa?

A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra”. Ai tempi di Gesù, uno schiavo veniva colpito in volto dal suo padrone con il dorso della mano per non sporcarsi le mani. La guancia colpita era la guancia destra, tranne nel caso in cui il padrone non fosse stato mancino. “Porgere l’altra guancia”, cioè la sinistra, significava costringere il padrone a colpire con il palmo della mano, e quindi, a sporcarsi le mani. Il voltare il viso dell’altra parte per porgere la guancia opposta era dunque un modo per impedire all’aggressore di colpire ancora, per interrompere il sistema, per costringere il potente a fermarsi. Siamo chiamati a far questo: impedire al male di prendere il sopravvento. Tre sono i suggerimenti che si ricavano dall’ascolto del Maestro. Il primo suggerimento è superare la logica della legge del taglione. Cioè evitare di rendere pan per focaccia. Troppo scontata la reazione istintiva perché possa accadere qualcosa di inedito. Il rischio è solo di aumentare la violenza senza eliminarla. Il secondo suggerimento chiede di distinguere sempre il male dalla persona che lo compie. In questo senso il Maestro incalza i suoi uditori ripetendo per tre volte che gratitudine (grazia!) dovrebbero mai sperimentare se ci si rivolge solo a quelli che ci amano, a quelli che ci fanno del bene, a quelli da cui si spera di ricevere ancora? Il terzo suggerimento, infine, dice in positivo che bisogna lasciarsi ispirare da quello che si vorrebbe dall’altro e non da quello che si teme: “E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro”. Cambia qualcosa della realtà solo chi si sottrae alla violenza dell’homo homini lupus. Siete ragazzi alternativi per respirare un’altra aria, come quella evocata da Gesù: “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati”.

 

 

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