Allegato: Presentazione al Tempio, Vita religiosa (Basiliza di S.Zeno)
Presentazione al Tempio 2025
(Ml 3,1-4; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40)
Basilica di San Zeno, domenica 2 febbraio 2025
“Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza”. Poteva essere soltanto un rito polveroso del passato e si trasforma in un incontro aperto al futuro: l’incontro di Cristo, “luce delle genti”, con l’umanità che ne attende la venuta. A pensarci, la vita religiosa femminile e maschile è chiamata a rendere possibile lo stesso incontro, pur dentro un contesto profondamente cambiato. Viviamo, infatti, in una società che presenta evidenti “fratture” (C. Teobald), ma al tempo stesso un desiderio d’interiorità e di una vita sensata e coerente. Esiste un bisogno di spiritualità, anche se non in forme dichiaratamente religiose, che il vostro carisma può aiutare a diseppellire.
L’umanità oggi sembra abbandonata a sé stessa, incapace di fare affidamento su alcuno. Per questo, si tende a privilegiare lo stato di vita da single perché libero da vincoli e dipendenze. Di fatto, si avverte fortemente la nostalgia di una vita sociale e fraterna, dentro una realtà che ha moltiplicato i contatti, ma ha desertificato le relazioni. Infine, un’ultima “frattura” o “fessura” è rappresentata dal desiderio di essere coinvolti nelle decisioni che riguardano tutti, non come accade spesso nella politica, dove le élites governano e i cittadini disertano lo spazio pubblico, ritirandosi nel privato. In tutte e tre queste situazioni la vita religiosa maschile e femminile risulta un prezioso laboratorio per sperimentare la fiducia nell’altro, la qualità di relazioni significative e la libertà di decidere insieme.
Se queste sono le “fratture” dell’umanità di cui tener conto, la vita religiosa – specie tra le giovani e i giovani – avverte al suo interno due tensioni. La prima tensione è il rapporto tra contemplazione e azione, tra il chiostro e la strada. Non è facile, in effetti, al di là delle Regole di ieri, definire una vita comunitaria oggi che sappia essere sé stessa senza rinnegare le attese e i bisogni della gente. La seconda tensione riguarda il rapporto tra l’individuo e la comunità, l’antica e marcata distinzione fra eremo e cenobio. Quale deve essere il punto di caduta tra la ricerca solitaria dell’Assoluto e la condivisione quotidiana della vita?
Per concludere. Tra le “fratture” della società di oggi e le “tensioni” della vita religiosa, resta vero che c’è una prateria davanti a voi. Infatti, la sensazione di crisi che abita voi e la società rischia di rendere incapaci di ascoltare la parola di Gesù indirizzata ai settantadue discepoli: «La messe è abbondante». Davanti a noi c’è un’attesa vasta e non meno struggente di quella di Simeone e Anna, pur in condizioni difficili da decifrare. Sarete in grado di comprendere e di accompagnare questa attesa? Come assicura Geremia quando scrive ai suoi: “Io conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo – oracolo del Signore -, progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza. Voi mi invocherete e ricorrerete a me e io vi esaudirò. Mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il cuore; mi lascerò trovare da voi” (Ger 29,11-14a).
