Allegato: Venerdì della II settimana di Avvento 2024 (Messa con Cerris e Polfer)
Marzana e Verona, venerdì 13 dicembre 2024
Venerdì della II settimana di Avvento (Santa Messa con Cerris e Polfer)
(Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19)
“A chi posso paragonare questa generazione?”. Dopo la trionfale marcia degli inizi nella Galilea, quando la sua gente lo segue entusiasta, Gesù sperimenta il progressivo allontanamento del popolo e l’avversione crescente delle sue guide spirituali. Ora non solo il Battista è rifiutato per i suoi modi spicci e sbrigativi, ma anche Lui, che pure ha tutt’altro stile, viene respinto. È in tale contesto che il Maestro racconta una piccola parabola sui bambini che – come tutti sanno – sono, talvolta, capricciosi e ostinati dinanzi a qualsiasi proposta di gioco. Così in modo ironico, ma efficace, viene denunciato il “no” preconcetto rispetto a qualsiasi proposta da parte di Dio. Il popolo ha rifiutato il Battista, uomo austero, e ha rifiutato il lieto annuncio di Cristo, privo di qualsiasi aspetto ascetico. È stato cieco dinanzi al tempo salvifico fattosi presente prima con il Precursore e poi con il Messia. Anzi, ha calunniato il primo e disprezzato il secondo. Ecco perché ai bambini vien detto: “vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
Sembra di riascoltare le parole del profeta Isaia, di cui nella prima pagina, laddove il profeta esclama: “Se avessi prestato attenzione ai miei comandi, il tuo benessere sarebbe come un fiume, la tua giustizia come le onde del mare”. Ma perché tanta ottusità ieri come oggi rispetto a Dio? Perché riusciamo a metterlo tra parentesi, ignorando le sue iniziative e le sue azioni? Perché il cuore umano è sempre libero di chiudersi e di guardare da un’altra parte. Come diceva Platone: “Il sole può essere alto in cielo a mezzogiorno e io posso, voltandomi, dire: il sole non c’è!”. Ma perché scatta questo meccanismo di rimozione? Per due ragioni. Per il messaggero o per il messaggio. Talora si rifiuta il messaggero perché lo si ritiene anacronistico o, peggio, distante e si finisce per rifiutare quello di cui si fa interprete. Oggi accade spesso alla Chiesa di essere fraintesa o respinta, oltre che per ragioni obiettive, anche per partito preso. Perché si pensa a Dio senza alcuna mediazione di sorta. Mentre nessuno cresce a partire soltanto dal suo ombelico che semmai dice di una relazione all’altro da sé che va sempre ritrovata. Oppure si rifiuta il messaggio cioè quello che sta a significare Dio. Nel caso di Gesù e dei farisei che lo osteggiano è chiaro che l’essere amico dei peccatori e dei fraudolenti esattori di imposte risultava insopportabile.
Resta misterioso, per non dire incomprensibile, perché l’uomo fugge Dio che peraltro continua a cercarlo, senza interruzione. Eppure è questa la storia della libertà umana. Ma anche l’esperienza quotidiana, laddove si crea una forma di apatia e di pericoloso cinismo che isola e allontana da tutti. La fede è, per contro, la capacità di saper stare in modo sano dentro le situazioni, senza ammalarsi perché si è diventati succubi e senza distanze perché si è diventati anaffettivi e apatici. Il termine esatto è compassione che consiste nel “ridere con chi ride e piangere con chi piange”.
